Dicembre
2007
Capodanno
al rifugio Selleries



Per
il secondo anno consecutivo abbiamo ripetuto l’esperienza
del capodanno in rifugio in collaborazione con lo staff
del Rifugio Selleries.
Grazie alla disponibilità e alla simpatia di Massimo
e Sylvie abbiamo potuto nuovamente passare un capodanno
in compagnia di tanti amici della montagna e del rifugio
portando a termine un programma non facile e sempre pieno
di incognite a causa delle sempre più difficili
condizioni di innevamento.
Già il 30/12 abbiamo effettuato una gita serale
al Lago Chardonnet in compagnia di alcuni ospiti arrivati
con un giorno di anticipo; un tramonto eccezionale e una
discesa serale con le ciaspole hanno dato il via nel migliore
dei modi alla tre giorni di fine anno.
Il 31 Dicembre con 18 partecipanti ci siamo diretti alla
Cristalliera.
Partenza al mattino dal rifugio Selleries armati di ciaspole
e via lungo il bel tracciato che conduce alla vetta passando
dal Lago Laus e dal Lago Manica,entrambi gelati e ricoperti
di neve.
Un paesaggio che, seppur povero di neve,ci ha riservato
panorami invernali di grande bellezza.
Dal Lago Manica il ripido pendio che conduce al colle
di Malanotte da dove, a piedi e senza ciaspole, abbiamo
proseguito sulla cresta rocciosa del versante Nord fino
a raggiungere i 2801m della cima alle 12.30.
Il panorama eccezionale dovuto alla perfetta visibilità
ci ha appagato della fatica della salita e la temperatura
non rigidissima ci ha permesso di restare un po’
in vetta per godere a pieno di questa salita di fine anno…
La discesa dal colle, divertente e piena di scivoloni,
ci ha portato sotto un bel sole pomeridiano, al bivacco
dei guardaparco situato al bordo del Lago Laus.
Da qui brevemente al rifugio dove siamo arrivati intorno
alle 15.30, pronti per la lunga serie di aperitivi prima
del cenone.
Un ringraziamento speciale allo staff del rifugio è
dovuto per la qualità del cibo e il servizio davvero…
da gran cenone!
Al mattino del 1 con pochi “superstiti” abbiamo
ancora fatto una piacevole escursione sul sentiero panoramico
che con un anello in quota circonda la conca dove è
situato il rifugio.
Speriamo davvero che tutto sia stato di vostro gradimento
e che siate rimasti soddisfatti di questa tre giorni trascorsa
con noi e non ci resta che ringraziarvi e darvi appuntamento
di nuovo al rifugio,se vorrete,con le proposte che regolarmente
mettiamo in programma,sperando di offrire sempre qualcosa
di diverso e di interessante agli appassionati della montagna.
Rinnovo l’invito a contattarci, per chi fosse
interessato, per ricevere il cd con la raccolta di foto
e filmati della salita alla cristalliera.
Un piccolo anticipo lo troverete cliccando sulle foto
sopra con una breve foto gallery e quanto prima sul sito
del rifugio con qualche breve spezzone di filmato e tante
foto.
Monte Bianco fuoripista…



le
foto >>
Lunedi
24 dicembre
Una
bella giornata di fuoripista nel cuore del versante italiano
con meteo stupenda e temperature miti con solo –8°C
a Punta Helbronner al mattino...
Marbrées
con variante alta di ingresso
Una
discesa da non perdere nel cuore del versante Sud di 2100m
di dislivello!!
Ingresso raggiungibile in un’ora da Punta Helbronner
risalendo dapprima su ghiacciaio poi su facile cresta
rocciosa.
Primi 70m un po’ stretti e attualmente con poca
neve che lasciava scoperte le rocce imponendo qualche
metro di scaletta poi via…
Una discesa molto articolata tra canali,dorsali e valloni
nel cuore dell’immenso versante che da sotto il
dente del Gigante scende verso La palud!
Neve bella nei valloni ampi e nei canali all’ombra
e per il resto crosta portante ma è solo un dettaglio
poiché una discesa così bella compensa anche
il fatto di non aver trovato polvere da cima a fondo…
Una discesa di gran soddisfazione adatta a sciatori fuoripista
di livello medio-alto senza comunque mai essere eccessivamente
difficile.
Ovviamente molto fanno le condizioni della neve.
Ghiacciaio
del Toula
Una
classica… effettuata al pomeriggio dopo aver riposato
le gambe dal Marbrées.
Ghiacciaio abbastanza buono ma purtroppo condizioni della
neve non buone con crosta su quasi tutto l’itinerario
tranne la parte alta.
Itinerario comunque molto bello e completo quando come
in questo caso si riesce a scendere con gli sci fino alla
Palud.
Novembre
2007
STIAMO
CHIODANDO A POSITANO >>>
Mont Blanc du Tacul - via Afanassieff-Bodin



Venerdì
2 novembre 2007
Difficoltà: IV-4; goulotte facile in ambiente isolato
e selvaggio; avvicinamento complesso.
Dislivello: 500m dall'attacco alla spalla del Tacul.
Bellissima
via in ambiente grandioso e isolato, sicuramente un itinerario
da non perdere per gli amanti del Monte Bianco.
Siamo partiti con la prima funivia da Chamonix, e abbiamo
percorso il primo terzo della normale al Tacul per poi
deviare a destra, attraversando tutto il versante della
montagna. Purtroppo i seracchi hanno reso l'avvicinamento
un po' più problematico di quello descritto dalle
relazioni, infatti la discesa alla quota 3580 si svolge
sui ripidi pendii che bordano lo sperone roccioso. Arrivati
a questa sella si scende per un orrido canale (moooolte
pietre in bilico), che dà accesso alla base della
goulotte, posta veramente in un angolo del Monte Bianco
estremamente selvaggio.
A questo punto l'itinerario è evidente e, a parte
il superamento della crepaccia terminale ed un primo tiro
di roccia, si svolge su un bellissimo e facile nastro
ghiacciato. Stupenda la visuale sull'Aig. De Saussure,
all'altezza della quale il buio ci ha raggiunto; fortunatamente
la temperatura non era eccessivamente bassa e abbiamo
così continuato senza intoppi, raggiungendo la
spalla del Tacul in tarda serata.
Una stupenda avventura, su un itinerario da non sottovalutare!
Le
nostre foto >>
Ottobre
2007
Tour delle falesie della Costiera





22-26
ottobre 2007
Tra
un weekend di corso e l’altro ci siamo concessi
un piacevole ma serrato tour delle falesie della Costiera
Amalfitana.
Abbiamo arrampicato in posti eccezionali e altrettanti
ne abbiamo visti di ancor più belli… ma ancora
non chiodati!
Punta d’Aglio, la falesia del Brigante Mirabella
e la Selva sono quelli su cui ci siamo concentrati anche
grazie all’ospitalità dell’Agriturismo
la Selva che ci ha permesso di arrampicare sulle falesie
di Positano per 2 giorni consecutivi senza dover rientrare
a Salerno.
Lo splendido calcare della costiera ha fatto il resto…
Un calcare grigio e compatto della migliore qualità
caratterizza tutte le falesie con inclinazione verticale,
mentre oltre i 90° strapiombi a canne e stalattiti
di calcare danno il loro contributo per fiaccare anche
il resto del corpo…
Un comprensorio vastissimo tutto da sviluppare, con equilibri
delicati, dove si esige rispetto e tranquillità,
poiché non sono gradite invasioni di proprietà
e atteggiamenti diversi dalla civile convivenza tra arrampicatori
e i veri padroni delle montagne… gli abitanti dei
fantastici paesini della costiera!
Qui sotto alcuni scatti fatti durante la nostra settimana.
ATTENZIONE:
un incremento dei settori di arrampicata intorno a Positano
è prossimo… per informazioni relative a queste
novità o ai settori già esistenti contattateci
direttamente.
Sarà un piacere darvi relazioni e mettervi in contatto
con chi sul posto se ne occupa.
Le
foto >>
Corso
di Roccia in Costiera Amalfitana




20-21-27-28
ottobre
Eccoci
di nuovo in Costiera per il secondo corso di arrampicata
organizzato in collaborazione con la sezione di Salerno
del Club Alpino Italiano.
Dopo la felice esperienza primaverile questa volta il
corso è stato diviso in due.
Un corso base per dare spazio ai nuovi ragazzi che desiderano
avvicinarsi a questa disciplina e uno avanzato per i ragazzi
che hanno fatto il corso in primavera e che erano ansiosi
di imparare qualcosa in più!!!
Una bella esperienza, realizzata grazie alla sezione che
ha fatto da centro di raccolta e di incontro durante la
settimana ed è stata un utile riferimento per chi
nei mesi ha chiesto informazioni.
Il primo weekend è stato caratterizzato dal freddo
intenso e… attenzione… dalla neve che ha fatto
la sua comparsa addirittura sulle cime a ridosso della
costiera!
Ma i nostri amici non si sono scoraggiati e nonostante
il freddo si è andati avanti!
Poi il tempo per fortuna si è rimesso durante la
settimana e nell’ultimo week end ci ha regalato
due splendide giornate di sole che ci hanno permesso di
terminare nel migliore dei modi il programma.
Nonostante il programma fosse molto articolato speriamo
di essere stati bravi a mostrarvi tutto e soprattutto
di non aver lasciato dubbi.
Vogliamo complimentarci con voi partecipanti al corso
avanzato per i miglioramenti che abbiamo notato in tutti
voi e per aver conservato la stessa voglia che avete dimostrato
a maggio, e con i “nuovi” per la tenacia e
la voglia dimostrate nonostante le difficoltà legate
alla prima esperienza su roccia…
Aspettiamo i Vostri commenti al corso con ansia e non
ci resta che augurarci che anche stavolta continuerete
ad arrampicare anche una volta terminato il corso.
E magari ci si ritroverà tutti per le nuove lezioni
già in programma per il 2008…!
Le
foto >>
Tour Ronde, Parete Nord




Giovedi
18 ottobre
Difficoltà: D+ neve e ghiaccio fino a 60°
Sviluppo:350m
Partenza
con la prima funivia da Courmayeur alle 8.30, mettiamo
i piedi sul ghiacciaio alle 9 in mezzo alle nuvole e al
vento forte…
Fiduciosi nel previsto miglioramento iniziamo l’avvicinamento
alla Tour Ronde e quando siamo quasi all’attaco
le schiarite si fanno più frequenti e il vento
forte sembra portare via il brutto.
Attacchiamo la parete alle 10 dalla terminale e saliamo
veloci fino alla strettoia su buona neve compressa.
Un po’ di snow drift a causa del vento e della neve
caduta di notte ci investe di tanto in tanto e l’ambiente
è ancora più selvaggio.
Nella strettoia facciamo qualche tiro tenendoci sulla
sx salendo e la goulotte è quasi tutta in neve
compressa o ghiaccio poroso.
Velocemente ci portiamo fuori dalla goulotte uscendo a
metà del lenzuolo finale.
Il gran freddo (–6°C senza vento) ci fa andare
veloce e alle 12.15 siamo sotto le roccette che conducono
in cima.
Da qui in 5minuti si raggiunge la madonnina di vetta.
Il vento intanto ha portato via le nuvole e il panorama
è grandioso come sempre.
La discesa lungo la cresta è in buone condizioni
con poca neve e riparata dal vento che soffia da Nord.
Quando però si passa per brevi tratti sul versante
Vallèe Blanche c’è da battere i denti…
Percorriamo la cresta fino alla fine e con una doppia
ci posiamo dopo la terminale in prossimità del
colle.
Da qui non resta che camminare fino di nuovo a Punta Helbronner
dove arriviamo intorno alle 15.30.
Compagno di cordata un Edi in splendida forma…
Abbiamo effettuato la salita in completa solitudine, non
abbiamo visto nemmeno una persona nemmeno sulla Vallée
Blanche; il Monte Bianco oggi sembrava già essere
addormentato per l’inverno… e l’atmosfera,
davvero solitaria!
Le
nostre foto della Tour Ronde >>
Terza
uscita del Corso di arrampicata sportiva



Sabato
e domenica 13 e 14 ottobre
Weekend
finale del corso alla nuova falesia “la Baita”
presso il colle del Lys.
Al sabato con una splendida giornata di sole si scala
tutto il giorno sui nuovi tiri provando e riprovando si
da secondi che da primi.
La lunga giornata finisce intorno alle 18 quando con le
braccia ormai “inutilizzabili” si conviene
che è meglio andare verso una abbondante merenda.
Infatti alla Baita si consuma un lungo pasto ben accompagnato
da buon vino e la serata va avanti fino a dopo le 23 quando,
in previsione di un’altra giornata di arrampicata
l’indomani, si va a dormire.
Ospiti della casa per ferie “Le Lunelle” nel
comune di Mezzenile, sempre molto accogliente, passiamo
la notte.
L’indomani di nuovo alla Baita ma stavolta purtroppo
la meteo non è dalla nostra e purtroppo il sole
si farà attendere tutto il giorno senza mai comparire.
Ma il freddo non invoglia a stare fermi e allora ci si
avvicenda sui tiri senza grosse pause.
La giornata è rivolta soprattutto all’arrampicata
da primi e tutti quanti provano e riprovano a mettere
su le corde con ottimi risultati bisogna dirlo…
Cambiamo due settori e verso le 16 siamo tutti concordi
nel dichiarare la fine del corso… anche perché
le braccia lo urlano a gran voce da un po’!
Quindi si ritorna alla base per una veloce merenda, prima
di salutarci tutti con l’augurio di incontrarci
di nuovo tutti in qualche altra occasione…
Grazie di aver partecipato e speriamo di avere soddisfatto
a pieno le vostre aspettative.
Un saluto e, alla prossima…
Muyo e Marco
Le
foto >>
Ciarforon
3642m: via normale



13 ottobre
Difficoltà:
PD+ (roccia brevi passaggi fino al III° e ghiaccio
fino a 40/45°)
Dislivello: 1700m circa da Pont Valsavarenche
Partenza
dall’auto intorno alle 7.45 con le prime luci che
fanno presagire una splendida giornata di sole.Qualche
innocua velatura scomparirà col passar delle ore.
Alle 9.30 siamo al Vittorio Emanuele e dopo breve pausa
ricominciamo a salire verso il fronte del ghiacciaio che
raggiungiamo dopo una buona mezz’ora a quota 2900,
dopo aver risalito la ripida morena che sovrasta il rifugio.
Sul ghiacciaio si cammina bene su ghiaccio duro e secco
fino a 3100m poi finalmente un po’ di neve ben trasformata
rende il fondo più piacevole.
Al Colle del Ciarforon a 3250m bisogna effettuare un lungo
traverso a sx poi di nuovo a dx per non affrontare direttamente
il pendio troppo ghiacciato.
L’accesso alla cresta sullo stretto imbuto di ghiaccio
è molto duro e secco e facciamo due tiri di corda
sul marmo per uscirne.
La cresta rocciosa presenta un po’ di neve a tratti
ma tutto sommato si sale bene.
Peccato per il sole che ormai non arriva più a
illuminare la cresta, passando notevolmente più
basso rispetto all’estate… un po’ di
freddo alle soste.
Una volta sulla calotta sommitale si rimettono i ramponi
e su neve buona ma leggermente crostosa a tratti si sale
fino in vetta dove giungiamo alle 14.30.
Un ottimo tempo considerato il gran dislivello!!
Breve pausa in vetta a godere del panorama e poi giù
di nuovo lungo lo stesso itinerario.
Una volta sul ghiacciaio la lunga discesa fino a Pont
dove arriviamo intorno alle 19.
Una gran bella giornata e una cima che ogni volta riserva
belle sensazioni e soprattutto un itinerario vario e mai
banale!
Complimenti a Mauro e a Raffaella che si sono dimostrati
tenaci e soprattutto all’altezza delle difficoltà
incontrate… mai facile stare davanti ai super allenati
come voi!
Grazie della compagnia e della bella giornata.
Le
nostre foto della normale al Ciarforon >>
Prima
settimana di ottobre: Kalymnos



Scappati
dai primi freddi di stagione ci siamo rifugiati al tepore
di Kalymnos per un po’ di giorni…
Ragazzi, non sono solo dicerie… è veramente
uno spettacolo!
Falesie e mare, un binomio perfetto che col favore delle
temperature eccellenti e dell’ospitalità
locale hanno reso il tutto davvero entusiasmante.
In una settimana abbiamo girato solo alcuni dei settori
ma non è che una minima percentuale di ciò
che si può fare in quest’isola un po’
fuori dal coro… dove nei negozietti sul mare invece
che ombrelloni e materassini si trovano guide di arrampicata,
scarpette e corde.
Nonostante la vicinanza con altre isole ben più
frequentate dal turismo di massa a Kalymnos si respira
un’aria diversa…
Entrare in un piccolo paesino sul mare nascosto in una
piccola baia e ritrovarsi in mezzo a una folla di climbers
provenienti da tutto il mondo non è una cosa così
comune e l’aria che si respira è davvero
divertente e… stimolante!
Non resta che ritornarci… quanto prima.
Ecco alcune foto fatte "alla buona" tra un tiro
e l’altro.
Arrampicata
a Kalymnos >>
Settembre
2007
Seconda
uscita del Corso di Arrampicata Sportiva



Sabato
29 settembre 2007
Falesia del Toupè - Novalesa
Seconda uscita del nostro corso, bella e faticosa! Abbiamo
scelto la falesia del Toupè, posta in un bellissimo
ambiente e comodamente accessibile. Dopo aver fatto qualche
bel giochino per aumentare la nostra confidenza con la
roccia, eccoci alle prese con i primi tiri veramente seri.
Bhé.che dire: complimenti davvero! Le vie scelte
non erano davvero banali, e tutte abbastanza lunghe. Alla
prossima uscita... con l'esperienza per la salita da primi!!
Le
foto >>
Corso
di arrampicata: prima uscita



23
settembre 2007
Comincia il corso di arrampicata. Siamo al Gran Dubbiose
dove, malgrado il nome, tutti dimostrano familiarità
con l'arrampicata. Alla mattina qualche nozione teorica
sui materiali e sulla tecnica di salita… poi si
scala!! Benissimo quindi la prima uscita, l'appuntamento
è per sabato prossimo!!
Le
foto >>
Polluce
4092m, via Normale-cresta Sud




16
Settembre 2007
Punto di partenza: rif. Guide d’Ayas
Difficoltà: PD+
Dislivello: 667m dal rifugio
Bella
salita in compagnia di Lucio e Max. L’avvicinamento
dalla Valle d’Ayas è stupendo, e la gita
si è svolta rapidamente e senza intoppi. Complimenti
e un grazie ai miei due compagni…
Le
nostre foto al Polluce >>
Tour
Ronde, Parete N




3
e 4 Settembre
Difficoltà:
D+ neve e ghiaccio fino a 60°, discesa su terreno
misto.
Sviluppo: 350m
Una
classica del massiccio, davvero consigliata a chi ama
le Nord e le salite su neve e ghiaccio.
Salita mai banale e con tratti a 60° che se non in
buone condizioni necessitano sicurezza e dimestichezza.
Arriviamo
al Torino nel pomeriggio di lunedì e subito il
tempo va verso un deciso peggioramento…
Finito di montare la tenda sul ghiacciaio del gigante
si scatena quello che in realtà era previsto; vento
forte da N, visibilità nulla e neve!
Nella notte la situazione resta sul brutto stabile e in
tenda sembra di essere in aeroplano con il rumore dei
teli sbattuti dal vento.
Le previsioni migliori per l’indomani ci fanno ben
sperare ma alle 4 quando mettiamo la prima sveglia l’aereo
non è ancora atterrato!
Lo stesso alle 6 e alle 7.
Finalmente alle 7.45 all’improvviso tutto diventa
sereno pur restando il vento forte e il freddo intenso.
Allora via! Ci prepariamo e alle 8.45 ci incamminiamo
verso la Tour Ronde.
Alle 9.30 attacchiamo la parete dalla terminale.
Ottime condizioni,neve dura e compressa sulla linea di
salita ci fanno davvero correre il primo lenzuolo e in
mezz’ora siamo alla strattoia.
Qui tre lunghezze molto belle su ottima neve compressa
e qualche fazzoletto di ghiaccio ci fanno davvero divertire.
Peccato il freddo pungente e il vento da N che tira dal
basso verso l’alto!
Il secondo lenzuolo di nuovo veloce su neve ottima e ben
pressata; ci teniamo sulla dx salendo e la parte finale
è un po’ in neve farinosa ma con buon ghiaccio
sotto.
Alle 12 usciamo dalla N!
Alle 12.50 siamo in cima alla Tour Ronde.
Discesa per la cresta integrale fino al colle dove arriviamo
alle 14.30; cresta in buone condizioni e con poca neve
fresca.
Alle 15 siamo di nuovo alla tenda e smontiamo in fretta
per non perdere l’ultima funivia che prendiamo con
comodità alle 16.30,dopo una buona birra al rif.
Torino.
Complimenti a Paolo per la velocità e la resistenza
dimostrate su questo bell’itinerario.
La
parete è attualmente in ottime condizioni e si
va veloci.
Con le temperature attuali si può anche partire
con comodo al mattino salvo non doverla fare di corsa
per rientrare con l’ultima funivia.
Nella strettoia soste sul lato dx buone.
Qualche chiodo qui e li sul lenzuolo alto.
Ghiacciaio in ottime condizioni per l’avvicinamento.
Materiale necessario: due corde da 60m, 7 viti da ghiaccio,due
chiodi a lama,cordini,fettucce e due friends medio piccoli.
Le
nostre foto della Nord >>
Agosto
2007
Punta
Sella 3343m, via Manera-Fulgenzi




31
Agosto 2007
Punto di partenza: rif. Q.Sella 2640m
Difficoltà: D+; lunga arrampicata da non sottovalutare,
anche se le difficoltà non sono elevate (max 6a+
nel secondo tiro)
Dislivello via: 650m
Cogliamo
l’occasione del bel tempo stabile per realizzare
questa bella ed impegnativa salita. Arrampicata veramente
entusiasmante, da realizzare con tanto di zaino sulle
spalle. Bravo Marco!
Le
foto >>
Traversata Breithorn Occidentale – Breithorn Centrale




13
e 14 agosto 2007
Traversata d’alta quota compiuta prima con Paolo
e poi con Marco, realizzata come ripiego alla traversata
completa del gruppo. Il brutto tempo ci ha bloccato per
ben due volte alla stazione (riscaldata!!) del Piccolo
Cervino, entrambe i giorni per due ore. Tempo veramente
strano e molto variabile: il martedì siamo addirittura
arrivati alla stazione alle 5 del mattino sotto una grande
nevicata.
Le
foto dei Breithorn >>
Pic du Glacier Blanc, 3520m




11
agosto
Difficoltà:
passaggi di roccia fino al II+ su cresta e qualche breve
tratto di misto facile. Ghiacciaio e neve fino a 35°.
Tempo necessario: 6-7 ore salita + discesa
Partenza
dal rifugio des Ecrins alle 3.30 del mattino per questa
non facile cima.
Un po’ snobbata perché circondata da tante
vette ben più famose ma comunque una bella cima,
che seppure di roccia non proprio sana, appaga decisamente
col raggiungimento della vetta.
Non facile trovare la traccia di notte in mezzo a un oceano
di pietre ma con un po’ di perseveranza si imbocca
la strada giusta per raggiungere il colle da dove parte
la cresta Est che conduce in vetta con itinerario facile
ma esposto e con qualche divertente passaggio di arrampicata
in cresta.
In salita servono circa 4-5 ore nonostante il dislivello
dal rifugio sia davvero poco!
Discesa in traversata sulla cresta Ovest affilata ed esposta
fino a raggiungere l’ancoraggio sulla spalla rocciosa
che permette con una doppia di posarsi sul facile ghiacciaio
sottostante che con rapida discesa riporta sul Glacier
Blanc.
Insomma una giornata piena… accompagnata finalmente
dal bel tempo stabile e dal caldo; visto che siamo comunque
ancora ad Agosto!
Foto
al Pic du Glacier Blanc >>
Roche
Faurio, 3715m




10
agosto
Bella
cima nel gruppo degli Ecrins, con vista eccezionale sulla
Barre des Ecrins e il Dôme de Neige; raggiunta dal
rif. Du Glacier Blanc in una fredda giornata di sole con
temperature assolutamente insolite per ferragosto…
Un bell’itinerario su ghiacciaio senza particolari
difficoltà e quest’anno assolutamente in
ottime condizioni con la neve che ancora resiste sui ghiacciai
sopra i 3000m… per fortuna.
Eccezionale il panorama dalla vetta, con tutte le montagne
imbiancate fino a 2500m dalla neve della notte!
Le
nostre foto della Roche Faurio >>
Sulle
tracce del Mezzalama



2-5
agosto
traversata
che si preannunciava molto interessante e ricca di interesse
purtroppo disturbata dal maltempo e qualche piccolo malanno…
Partiti il primo giorno da Plateau Rosà sotto un
piccolo uragano, riusciamo a raggiungere il rif. Guide
di Ayas nel pomeriggio sfruttando le schiarite e rifugiandoci
nelle fasi violente della perturbazione che attraversa
il monte Rosa.
Pochi minuti dopo il nostro arrivo il maltempo dà
il massimo e per tutta la notte neve e vento forte ci
fanno contenti di essere nel caldo del rifugio.
Al mattino purtroppo il tempo non è ancora migliorato
e in quota soffia un forte vento.
Tutto questo sommato a qualche piccolo malanno ci inducono
ad abbandonare la corsa e scendere verso la Valle d’Ayas…
Cose che capitano, peccato per la traversata ma…
suvvia ragazzi… non lo uccidete!
Sarà per il prossimo anno, con tempo migliore e
grande forma fisica!
Grazie a Claudio, Paolo e Adriano per la sempre piacevole
compagnia e a presto!
Le
foto della traversata >>
Luglio
2007
Punta
Tzan: cresta Rey



31
luglio 2007
Grandissima classica della Valtournenche e per anni
considerata un banco di prova per la salita al Cervino,
la cresta Rey è situata in uno degli angoli più
belli della Valle d’Aosta. La notte passata nello
stupendo bivacco Rivolta, inoltre, aggiunge veramente
un tocco di magia alla salita, non difficile ma mai banale.
L’abbiamo salita con Paolo e Gilles, compagni ormai
abituali di bellissime salite: grazie ragazzi!!
Le
foto della Punta Tzan >>
Breithorn Occidentale 4165m da Plateau Rosa



Martedi
31 Luglio:
Ancora
Breithorn… questa volta col fantastico team di Viterbo
e dintorni!
Una miscela pericolosa tra fratelli e amici che hanno
voluto festeggiare insieme il battesimo dei “4000”
di due dei componenti!
Una divertente giornata di tempo splendido e visibilità
ottima, grazie al vento che soffiava da NW.
Saliti dalla normale, abbiamo poi fatto la cresta che
scende al colle tra l’Occidentale e il Centrale…
Complimenti a Leo e Gildo per il loro primo “4000”
e un grazie sincero a tutti e quattro per la vostra piacevole
compagnia.
Le
foto del Breithorn >>
Uja
di Bessanese, 3604m: spigolo Murari




29
luglio 2007
Con Marco cogliamo l’occasione del 150° anniversario
della prima salita a questa poderosa montagna per salire
lo spigolo Murari. A detto del mio compagno, salita di
estrema soddisfazione, paragonabile alla Cresta del Leone
al Cervino, ma effettuata in completa solitudine. Posti
stupendi ed estremamente selvaggi. La salita si svolge
su roccia buona, e le catene alle soste permettono una
progressione rapida e sicura. Peccato per la discesa…
veramente interminabile!!!
Le
nostre foto dello Spigolo Murari >>
Dolomiti
del Brenta: Via delle Bocchette Centrali




25
luglio 2007
Panorami stupendi e pareti incredibili sono la caratteristica
di questa via ferrata, posta in uno degli angoli più
belli delle dolomiti. Dislivelli relativamente brevi e
rifugi veramente accoglienti permettono di realizzare
questi itinerari godendosi una vacanza all’insegna
dello sport e della natura.
Le
foto della ferrata >>
Pelvoux
Pointe Puiseux 3943m



20
Luglio 2007
Difficoltà:
passaggi di roccia fino al II° e canale di neve fino
a 40°
Dislivello in salita: 1250m (da 2700m a 3943m)
Dislivello in discesa: 2400m fino ad Ailefroide
Tempo salita: 3.30 a 5 ore dal rifugio a seconda delle
condizioni.
Siamo
ormai alla fine di questa settimana dedicata agli Ecrins…
e concludere col Pelvoux è d’obbligo!
La sveglia del Refuge du Pelvoux è davvero turpe!
Alle 2.45… e non aggiungo altro, tranne che forse
per il Pelvoux è un po’ eccessiva!
Colazione alle 3 e poi via,al buio pesto, verso la cima
più famosa di questo angolo di Ecrins.
Subito un ben ripida morena ci da la sveglia e, con la
testa ancora sul cuscino,è dura trascinarsi sulle
ghiaie col solo cono di luce della frontale come riferimento!
Dopo mezz’ora circa di salita faticosa si attraversa
sotto il Glacier de l’Homme ma….velocemente
perché i seracchi in alto danno ben poca sicurezza!
Quindi un tratto delicato su balze di roccia lisciate
dal ghiacciaio poi dall’acqua che al buio non sono
di facile interpretazione, quindi di nuovo ripida pietraia
fino alla Bosse de Sialouze dove finalmente ci si può
riposare un po’!
Siamo a 3200m circa ed è ancora buio!
Ma qui si sta comodi e ci fermiamo per mettere i ramponi,
mangiare e bere qualcosa,anche se sono solo le 5.30 del
mattino!
Da qui inizia la salita su neve che dapprima su ampi nevai
e ghiacciaio poi nel ripido couloir Coolidge conduce verso
la cima del Pelvoux.
La luce ci investe ormai all’ingresso del Coolidge
quando la salita si fa lenta e il ritmo si adegua alla
pendenza e alla quota che cominciano a farsi sentire.
La parte finale del Coolidge raggiunge i 40° di pendenza
e dalla neve negli ultimi 50m si passa al ghiaccio che
ci costringe a un delicato tiro di corda!
Ma alle 7 eccoci sull’enorme plateau sommitale a
goderci il sorgere del sole quasi sulla vetta!
La giornata è molto nuvolosa e le nuvole con la
luce dell’alba rendono tutto quasi irreale!
Alle 7.30 siamo sulla Punta Puiseux a 3943m.
Fa abbastanza freddo oggi e quindi giusto il tempo per
le foto e cominciamo a scendere di nuovo verso il rifugio.
La discesa con la luce è molto meno da ricercare
e anche la parte bassa scorre veloce cosicché alle
10 siamo di nuovo in rifugio!
Ma non è ancora tempo di rilassarsi perché
ci aspettano ancora 1200m di discesa fino ad Ailefroide
nel lungo Vallon du Selé!
Vi giungeremo stanchi alle 13!
Le
nostre foto del Pelvoux >>
Caporal – Aquila della notte



Giovedi
13 Luglio:
Difficoltà: max 7b e 6c obbligatorio
Sviluppo: 180m (6 lunghezze)
Avvicinamento: mezz’ora
Bella
via dura del Caporal, situata tra la durissima Colpo al
Cuore e il Diedro Nanchez.
Sei lunghezze sostenute con poco spazio per i riposi e
un obbligatorio che richiede una buona continuità
soprattutto in certi passaggi.
L1:6c+ diedro verticale facile poi tetto fessurato con
ingresso delicato con i piedi in aderenza. Bello il ristabilimento
su buone prese.
L2:6c placca verticale per portarsi sotto la lama.Quindi
passo difficile subito per alzarsi sullo spigolo poi di
nuovo più facile girando dietro la lama.Uscita
delicata su buona chiodatura.
L3:7b Muro a tacche verticale con allunghi su piccole
prese.Delicata l’uscita verso dx in placca (spit
lungo) quindi diagonale delicato a sx con due passaggi
su spigoli con spit lontani.Uscita di continuità
con un passo duro al terz’ultimo spit.
L4:7 a+ Placca difficile subito sopra la sosta e ristabilimento
sull’appoggiato davvero duro. Poi facile fino in
sosta in comune col Nanchez.
L5:6b+ bellissimo diedro fessurato da scalare tutto in
dulfer abbastanza fisica…
Ben integrabile con friends medi e grandi doppi. Continuità
pura.
L6: 6c+ tetto fessurato con ristabilimento davvero strapiombante
ma su buone prese. Corto ma intenso!
Peccato
per la via un po’ sporca di lichene e per L5 un
po’ bagnata.
Portare una serie di friends fino al 3 doppiando i medio
grandi.
Soste buone.
2 corde da 60m.
Le
foto su Aquila nella notte >>
Ailefroide
Orientale 3847m




18
Luglio 2007
Difficoltà:
passaggi di roccia fino al III, breve ghiacciaio con pendenze
fino a 40°
Dislivello: 1350m dal Rifugio du Selè
Tempo salita: da 4 a 6 ore a seconda delle condizioni
Partenza
alle 4 dal rifugio del Selè e, ancora al buio,
si risale il ripido sentiero che porta con qualche passaggio
esposto sulle cenge, al vecchio rifugio Selè in
una mezz’oretta di marcia.Da qui, con ripidi tornanti
su pietraia, inizia ad inerpicarsi in direzione del Pic
Sans Nom e del Col du Coup de Sabre.
Superata una balza di roccia sulla dx con una trentina
di metri di facile arrampicata si entra nel bacino alto
e si comincia a traversare a sx in direzione dell’Ailefroide.
Superata la delicata sezione della cengia, che consente
di raggiungere i nevai che conducono all’Ailefroide
scavalcando per cenge esposte lo sperone SSW, ci concediamo
una pausa.
Sono circa le 7 quando calziamo i ramponi e da quota 3250
ci incamminiamo verso la cima.
Dapprima nevai interrotti da brevi pietraie quindi il
ghiacciaio ancora ben innevato ci conducono alla base
della “banana”,il caratteristico nevaio curvo
che da accesso alla cresta sommitale.
Qui siamo a quota 3500 circa e la pendenza sui 35/40°.
A quota 3700 si sbuca in cresta e lo spettacolo è
favoloso.
Gli Ecrins sono quanto mai selvaggi e la prima luce del
mattino crea qui dei panorami difficili da trovare altrove.
Alle 9 tocchiamo i 3847 metri della vetta dell’
Ailefroide Orientale.
Una breve pausa e giù in fretta prima che la neve
molli troppo; fa caldo e la giornata si preannuncia infuocata.
Alle 13 siamo di nuovo al rifugio Selè, stanchi
ma contenti di poter riposare tutto il pomeriggio prima
della prossima giornata!!!
Le
nostre foto dell'Ailefroide >>
Évêque, 3716m: via normale

8
luglio 2007
Con gli amici del CAI di Ciriè scegliamo l’Évêque
come alternativa al Mont Blanc du Tacul, in questi giorni
impraticabile.
Salita davvero molto bella e di soddisfazione, in uno
di quegli angoli della Valle d’Aosta ancora relativamente
poco frequentati.
La salita, dal rifugio Nacamuli, è abbastanza lunga
ma mai noiosa, ed il finale alpinistico molto divertente.
Abbiamo invece faticato, al ritorno, a rientare sul versante
italiano: una bufera improvvisa con scarsissima visibilità
ci ha impegnato quasi fino al col Collon. E dal rifugio…
pioggia fino alla macchina! Nonostante questo, gran bella
gita in ottima compagnia!!
Le
nostre foto dell'Évêque
>>
Meije Orientale




Sabato
7 e Domenica 8 Luglio:
Difficoltà: passaggi di roccia fino al II, ghiacciaio
e neve fino a 40°
Dislivello salita: 2250m in due giorni di salita
Una
delle cime più eleganti degli Ecrins a detta di
molti, e non a torto.
Nonostante sfiori soltanto i 4000 con la sua cima più
alta, il Grand Pic, resta una montagna severa e una delle
ultimissime cime a restare inviolate in tutto l’arco
alpino poiché a lungo considerata inscalabile!
Ma sono storie d’altri tempi seppur belle quindi
veniamo a noi e eccoci al sabato mattina al Pont de Brebis
vicino all’abitato di Villar d’Arene, subito
dietro il Col du Lautaret.
Da qui, a quota 1660m, si parte per il rifugio dell’Aigle,
posto sotto la Meije Orientale a 3450m di quota, un avvicinamento
degno degli Ecrins insomma!!!
Quindi iniziamo a salire su un ripido sentiero a tornanti
stretti dapprima nel bosco e man mano che si sale su prati
e infine su pietraie.
Si prende quota velocemente ma da camminare ce n’è
davvero tanto per fare 1800m di dislivello…
Quindi decidiamo di prendercela con comodo e ogni oretta
ci si ferma per una piccola pausa, anche perché
la giornata è splendida e si cambia scenario molto
spesso, inoltrandosi verso l’alto in un ambiente
che diventa sempre più selvaggio con l’aumentare
della quota.
Verso i 2600m qualche nevaio interrompe la monotonia delle
pietraie e,su Col du Bec de l’homme, a 3065m, la
vista si apre finalmente sulla Meije e su tutte le sue
cime.
Da qui una breve discesa attrezzata immette sul ghiacciaio
spettacolare che conduce al rifugio.
Che posto l’Aigle… mai nome fu più
giusto per questo mini ricovero posto su una balconata
di roccia circondato da ghiaccio e neve davvero…movimentati!!!
Uno spettacolo ma… che lungo arrivarci.
Alla sera è dura sistemarsi tutti in così
poco spazio ma questo piccolo rifugio ha un che di selvaggio
che mi è piaciuto molto.
Al mattino con sorpresa ci sono molte nuvole.
Partiamo alle 5.30 e cominciamo a salire verso la vetta.
Solo 400m di dislivello ci separano dalla cima.
Metà su ghiacciaio molto bello e poi con una breve
rampa a 50° ci si porta sulla bella cresta che tra
passaggi di roccia e rampe di neve conduce velocemente
alla vetta a 3891m.
Giungiamo in cima alle 7.10 del mattino… niente
male ma,occorre scendere in fretta poiché molte
nuvole e un temporale si avvicinano da ovest rapidamente.
Appena in tempo raggiungiamo la base della rampa e si
scatena una breve ma intensa tormenta di neve pallottolare.
Alle 9 siamo a rifugio nuovamente.
Da qui è di nuovo una lunga discesa fino a Villar
d’Arene, dove arriviamo poco dopo pranzo, stanchi
ma contenti di questa bella vetta, strappata alla perturbazione
che ormai ha raggiunto la Meije e ha reso tutto molto
meno suggestivo…!
Le
nostre foto della Meije >>
Giugno
2007
Ultima
uscita del CORSO DI ALPINISMO ESTIVO al Monte Rosa




Sabato
30 giugno:
Ritrovo a Cervinia al bar di Antey per tutti i partecipanti
e, dopo una giusta colazione, tutti pronti per l’ultimo
weekend di corso che speriamo sia accompagnato anche dal
tempo un po’ clemente!
E allora prendiamo subito quota nella maniera più
veloce possibile proiettandoci verso il Plateau Rosa con
le funivie!
Arrivati su, una puntatina al Teodulo dove passeremo la
notte per lasciare un po’ di materiale e quindi
ci si dirige verso la gobba di Rollin dove nel pomeriggio
ci dedichiamo alla salita in tecnica classica su pendenze
elevate e alla progressione frontale classica dove il
terreno diventa quasi verticale.
Una bella scelta di itinerario quella della Gobba che
nella parte alta offre una grande varietà di possibilità
e di difficoltà.
Qualche bel passaggio tra i seracchi ci conduce sulla
calotta sommitale da dove raggiungiamo gli skilift scendendo
lungo le piste.
Un pomeriggio interessante e… intenso.
Alle 18 siamo in rifugio.
Una buona cena ci rimette in sesto per la giornata di
domani.
Domenica
1 Luglio:
Nella notte sono arrivate le nubi e alle 4, quando ci
alziamo, sono ancora lì che vanno e vengono senza
però dare un chiaro indizio.
Decidiamo di partire comunque e alle 5.30, dopo i preparativi
in rifugio, usciamo all’aperto per dirigerci verso
quella che sarà la nostra meta della giornata.
Velocemente risaliamo a Plateau Rosa e da qui il solito
lungo pianoro fino agli skilift e la ripida risalita al
Piccolo Cervino lungo la pista… un vero strazio
di prima mattina con tanto di faccia gelata e piedi freddi!
Ma quello che più ci meraviglia è il freddo…
davvero intenso!
Al Colle del Breithorn la sosta diventa un pit stop perché
a stare fermi c’è da gelare e allora via
veloci verso la base del Breithorn Centrale.
Il sole è sorto ma senza grande sollievo poiché
il vento e il freddo non mollano.
Brrr… bisogna sempre muoversi per non cominciare
a tremare come delle foglie.
Ci dividiamo in due cordate così Silvietta, Judy
e Mario vanno al Centrale per la normale e io col resto
della truppa ci dirigiamo alla base dello sperone SSW
intendendo risalire la via Mooser.
Una classica molto d’ambiente e molto bella ma senza
difficoltà eccessive.
Velocemente risaliamo la prima parte tra brevi passaggi
di misto e rampe di neve perfetta per i ramponi e finalmente,
dopo circa 200m di salita, inizia a scaldare!
È bello vedere come sia cambiata la progressione
dei super-allievi nella durata del corso e così
possiamo procedere veloci tra conserva e brevi lunghezze
di corda.
Sempre troppo veloci a raggiungermi in sosta i bollenti
così mi tocca ripartire sempre troppo in fretta!!!
Vabbè sarà che siamo a 4000m di già
però la corda mi sembra un po’ troppo corta!
Finite le difficoltà lo sperone si abbatte e gli
ultimi 150m sono su neve con pendenze sui 45°/50°
in basso e via via degradanti fino alla sospirata cima.
Ed eccoci qui… a 4160m alle 10.30 del mattino…
delle schegge!
Mario con le sue donne ci ha preceduto e ha effettuato
la traversata sul Breithorn Occidentale.
Non ci resta che scendere dalla via normale e in fretta
poiché le nubi foriere di tempesta che per tutta
la mattina hanno scaldato i motori nella bassa valle adesso
iniziano una veloce risalita verso le alte quote e infatti
facciamo giusto in tempo a rientrare a Plateau che si
copre tutto… puntuale come un orologio!
Ma ormai poco conta, tutti contenti e soddisfatti festeggiamo
la fine del corso davanti a un ottimo pasto al rifugio
delle Guide dove finalmente possiamo rilassarci e ripensare
a questa intensa due giorni con le gambe stanche ma col
morale alto.
È stato tutto molto bello ragazzi, e il programma
è stato rispettato alla grande.
Siamo tutti molto contenti dei vostri veloci miglioramenti
e allora un solo consiglio se si può… mettete
a frutto quanto imparato nelle vostre uscite e…
al prossimo corso se vorrete!
(ah già… e senza dragonne di due metri sulla
picca classica!!!)
Grazie da tutti noi.
Un
sacco di foto dell'ultima uscita del Corso >>
Dufour,
4633m: via normale Svizzera



30
giugno
Con Monica e Maurizio, una stupenda salita alla cima
principale del Monte Rosa. Partiti dalla Monterosa-hutte,
in compagnia di altre due sole cordate, non è stato
assolutamente banale raggiungere la cresta, e proseguire
per essa. La grande quantità di neve ancora presente
ci ha obbligato a tracciare una buona parte – la
più ripida - della salita sul ghiacciaio, e a proseguire
con estrema cautela sulla cresta. Complimenti a Monica
e Maurizio: nonostante fosse l’inizio di stagione,
non hanno fatto una piega!! Alla prossima!
Foto della Dufour >>
Monte
Bianco via Normale dal rifugio di Tête Rousse




27-28-29
Giugno
Dopo
una settimana funestata dalla pioggia e dalla neve la
meteo lascia sperare e allora come da programma ci incamminiamo
verso il rifugio di Tête Rousse nella tarda mattinata
di Mercoledì.
Il treno del Monte Bianco e chiuso e ci tocca partire
da Bellevue, a soli 1800m!!!
Ed ecco allora la lunga salita che in circa 5 ore ci porta
al rifugio dove giungiamo nel primo pomeriggio sotto una
nevicata che dura ormai da un paio d’ore…
Il rifugio è a quota 3187m.
Ci si riposa un po’ in vita della lunga tappa dell’indomani
e si attende con impazienza che il cielo si pulisca come
da previsioni!
La cena inaspettatamente ottima in questo rifugio che
a dirla tutta è proprio confortevole e lo staff
simpaticissimo!
Al mattino decidiamo di partire con una strategia diversa
e allora ci risparmiamo la sveglia all’una e partiamo
verso le 5.30,un vero sollievo.
Le prime due ore vanno per la salita al rifugio Gouter
dove arriviamo intorno alle 7.30.
Ancora molta neve dura rende l’attraversamento del
Grand Couloir decisamente più sicuro e la salita
al Gouter nel complesso migliore.
Arrivati qui ci concediamo una breve pausa al primo sole.
Da qui si segue il tracciato della via normale e non resta
che abbassare il capo e… camminare, sollevandolo
di tanto in tanto per dare uno sguardo a tutto quanto
c’è di splendido attorno a noi!
La giornata è senza una nuvola e tersa e il Monte
Bianco risplende.
Paolo, la super Guida che mi fa compagnia, con Philippe
fanno l’andatura e io con Bernard e Stephane seguiamo
a ruota!
Si sale abbastanza veloci e alle 10.30 siamo al Dome du
Gouter a 4250m.
Un’altra pausa e via verso l’arète
des Bosses.
Arrivo in cima con Stephane alle 12.30,lo spettacolo è
sempre grandioso dal tetto d’Europa!
Siamo a 4807m e la temperatura non fa che confermarlo,
ci sono circa –15°C e il vento è teso.
Allora giusto il tempo per fissare le immagini e poi giù
di nuovo verso il rifugio Gouter.
La discesa è lunga e la stanchezza dopo 1600m di
dislivello a queste quote si fa sentire!!!
Arriviamo al Gouter nel primo pomeriggio dopo una discesa
abbastanza rapida e qui troviamo anche Paolo e gli altri.
Resteremo qui per la notte e il giorno dopo faremo la
lunga discesa che dal Gouter ci riporterà a Bellevue
e quindi di nuovo finalmente in paese…
Dove ci salutiamo davanti una birra coi simpatici francesi…
e davanti ad altre… numerose birre, con il grande
Paolo!!!
Le
foto del Bianco >>
Monviso
3841m, per la Cresta Est




Sabato
23 e Domenica 24 Giugno:
La meteo impietosa delle ultime settimane ci ha lasciato
perplessi fino all’ultimo ma al Sabato pomeriggio…eccoci
al Pian del Re pronti per salire al rifugio Q. Sella.
Arriviamo ad ora di cena e così tra una chiacchiera
e un bicchiere di vino cominciamo a conoscerci meglio
e a programmare nei dettagli la salita di domani.
Le previsioni sono belle al mattino e temporali al pomeriggio
e allora,come sempre in questi casi, la sveglia diventa
di quelle simpatiche!
Sono le 3.45 quando scendiamo dalla branda e le 4.30 quando
usciamo dal rifugio.
Quest’anno della est ancora non si hanno notizie
per la molta neve che c’è in quota quindi
partiamo con uno stimolante “chissà come
sarà!!!”.
Alle 5.30 attacchiamo la cresta dopo aver superato ramponi
ai piedi i nevai ancora estesi che ricoprono il conoide
che conduce all’attacco.
La prima parte della cresta scorre veloce e le difficoltà
mai elevate ci permettono una progressione veloce senza
tiri di coda eccetto che in un paio di occasioni.
Il percorso è logico e si presta a varianti ma
se si segue il filo di cresta non si sbaglia quasi mai…
Prendiamo quota e verso le 8 risaliamo il canale che aggira
il torrione Saint Robert a circa 3500m di quota.
La neve è durissima all’ombra e occorre rimettere
i ramponi.
Sbucati sulla sella siamo di nuovo al sole con grande
sollievo delle mani e dei piedi!
E allora via sulla parte più spettacolare della
cresta,quella dove si cavalcano tutti i torrioni e lo
scenario si fa davvero imponente!
La vista eccezionale e la giornata tersa fanno il resto.
Arrivati alla scappatoia sulla normale, la “via
della lepre” proseguiamo dritti per torrioni con
passaggi di roccia fino al III+/IV che con gli scarponi
sono sempre interessanti.
La neve sulle cenge e sulle sellette fa il resto rendendo
il tutto ancora più severo.
Arriviamo in cima alle 9.30, dopo 5 ore di salita pressoché
ininterrotta.
Una breve sosta e poi via lungo la normale prima che la
neve molli troppo!
La discesa sulla Sud è completamente in neve e
la roccia la si tocca solo su brevi tratti.
Il tutto resta così più veloce e in fretta
siamo all’Andreotti!
Ma attenzione perché la neve molle riserva sempre
dei pericoli nascosti!!!
Dal bivacco in giù è la solita storia,lunga
e stancante,fino al rifugio Sella dove ritorniamo alle
13 circa.
Da qui ancora un paio d’ore di cammino ci riportano
al Pian del Re dove tutto è cominciato meno di
24 ore prima.
Ancora una volta il Monviso ci ha regalato grandi emozioni
e panorami spettacolari…
Complimenti a Massimo, alla sua prima vera salita impegnativa,
superata in scioltezza e in velocità!
Le
foto del Monviso >>
Seconda
uscita del CORSO DI ALPINISMO ESTIVO




Sabato
16 giugno:
Arrivati
a Chamonix intorno alle 9 ci dirigiamo al parcheggio di
Montenvers e, preparata l’attrezzatura, saliamo
sul primo treno che ci porta verso la Mer de Glace.
La scalinata che conduce al ghiacciaio riscuote sempre
pareri contrastanti ma in fondo un po’ piace!
Arriviamo sul ghiacciaio e, calzati i ramponi ci incamminiamo
verso la jonction.
Moltissima gente sul ghiacciaio e così decidiamo
di andare più in alto arrivando dopo circa un’ora
di cammino in vista dei Requin.
Qui il ghiacciaio si movimenta un po’ e numerose
sono le possibilità per lavorare coi ramponi su
varie inclinazioni.
Un po’ di tecnica classica e di passi coi ramponi
e la giornata passa in fretta.
Il sole ci accompagna mentre tra un traverso ripido e
un muro di ghiaccio quasi verticale proviamo la tenuta
dei ramponi e così non ci accorgiamo che sono già
le 15.30!
Allora via veloci verso Montenvers dove arriviamo in tempo
per prendere uno degli ultimi treni che riportano in paese.
Qui un giro per il centro è d’obbligo perché
non si può passare da Chamonix senza aver almeno
fatto una passeggiata per il centro e un buon aperitivo
in qualche bar…
Domenica
17 giugno:
Sveglia
comoda per prendere una delle prime funivie che portano
alla Midi.
Alle 8 siamo imbarcati e poco prima delle 9 eccoci sull’
affilata cresta che dall’arrivo della funivia porta
sul sottostante ghiacciaio.
Il panorama è sempre grandioso e la grande quantità
di neve in quota rende il tutto ancora più bianco
se si può.
Purtroppo a volte tutto questo è causa di sciagure
come quella a cui abbiamo assistito per fortuna da lontano…
Attraversiamo il piano sotto il rifugio Cosmiques e ci
dirigiamo vero la Pointe Lachenal e il Triangle du Tacul.
Muyo con le sue tre compagne di cordata si appresta a
fare la traversata delle tre cime Lachenal mentre io con
gli altri 4 “bollenti e assatanati di ripido”
mi dirigo verso la Contamine-Grisolle.
Attacchiamo il canale di neve fortunatamente appena tracciato
ma non per questo poco faticoso con un bel po’ di
neve fresca dentro…
Saliamo la rampa sostando sulle rocce a dx che offrono
sempre buone possibilità e velocemente arriviamo
in prossimità della strettoia.
Qualche bel passaggio su roccia e ramponi ai piedi ci
immette nella piazzola sulla cima dello sperone.
Di qui ancora una bella lunghezza di misto per niente
banale e carico di neve conduce alla fine delle difficoltà.
La salita scorre bene e nonostante la meteo pessimista
del mattino il sole mantiene seppure velato e così
anche nella discesa la temperatura resta gradevole.
Tutti ci ritroviamo nel primo pomeriggio alla base del
pendio e, una volta ricongiunti col gruppo di Muyo iniziamo
la risalita verso la Midi dove giungiamo dopo un’oretta.
Una bella giornata in cui tutti hanno dimostrato grande
motivazione e soprattutto di aver voglia di fare e di
imparare.
Anche se la quota ha sortito i suoi effetti tutti hanno
tenuto duro e le salite si sono svolte nel migliore dei
modi.
Noi siamo molto soddisfatti e visti i presupposti si prospetta
un “corposo” ultimo week-end!
Se le condizioni saranno buone sarà la volta del
Monte Rosa.
Un grazie ancora a tutti per averci fatto divertire e
per il vostro impegno…
Al prossimo week end!
Attendiamo
le vostre foto per inserirle nella foto gallery del corso!!!
Un
sacco di foto della seconda uscita >>
Vallée
Blanche



Domenica
10 giugno
Finalmente una domenica di bel tempo! Quando con Amon,
Betta, Cristina e Mirella, arriviamo a Courmayeur, quasi
non ci crediamo: a parte qualche nuvoletta, il tempo sembra
ok! Facciamo così i biglietti e, con una delle
primissime funivie, saliamo a Punta Helbronner. Da lì,
legati in cordata e calzati i ramponi, cominciamo la nostra
traversata, che in breve tempo ci conduce nel cuore del
Monte Bianco. Il tempo è bellissimo, il panorama
stupendo, e passiamo così, senza troppe difficoltà,
la prima parte della gita. Arrivati al lungo traverso
che ci avrebbe portato verso l'Aig. du Midi, decidiamo
però di rientrare a piedi, chiudendo ad anello
il nostro percorso e passando sotto i famosi "satelliti"
del Mont Blanc du Tacul. È lì che qualche
crepaccio ci obbliga a prestare particolare attenzione,
e dopo qualche attimo di suspense, riusciamo a raggiugere
la parte superiore del ghiacciaio. Da qui, fatta una breve
pausa, riprendiamo la strada del ritorno che, dopo la
risalita del Col Flanbeaux, allunghiamo fino al Rif. Torino,
dove con un'ottima birra ci dissetiamo.
Complimenti a tutti: nonostante il caldo, i crepacci,
e la fatica, tutto è andato benissimo!!!
Alla prossima!
Le
foto della Vallée Blanche >>
Orsiera
2890m, cresta Dumontel dal rifugio Selleries
per il CORSO DI ALPINISMO ESTIVO
Domenica
10 giugno
Prima
uscita del Corso di Alpinismo, ore 8, al rifugio Selleries
siamo in 6 a preparaci per la cresta ENE dell’ Orsiera.
Partiti dal rifugio (2023m) intorno alle 9 ci incamminiamo
verso il lago Chardonnet (2560) dove giungiamo dopo circa
un’ora di cammino.
Da qui si segue per poco il sentiero normale all’Orsiera
e, all’inizio del conoide che entra nel canale,
si devia a dx tagliando a mezza costa in direzione N verso
il colle posto alla base della evidente cresta e a metà
tra l’Orsiera appunto e la Rocca Nera.
Raggiungiamo il colle su tracce di sentiero e pietraie
intorno alle 10.30.
Alle 11 iniziamo la cresta dapprima semplice ma esposta
lungo un itinerario che alterna passaggi facili di roccia
a saliscendi sui due versanti della cresta.
Dopo poco invece il tutto diventa più complicato
e a brevi passaggi di roccia fino al III si alternano
tratti esposti sul filo di cresta.
Il tempo come da previsioni va peggiorando e le nubi ci
raggiungono a metà della cresta.
La seconda metà molto bella presenta passaggi fino
al IV° sul filo di cresta e il tutto ha inizio in
corrispondenza del torrione col cavo metallico.
Da qui in poi brevi discese e qualche passaggio atletico
per seguire il filo dello sperone si alternano a vere
e proprie passerelle di roccia sul filo di cresta.
Il panorama si intuisce eccezionale anche nell’alternanza
di nubi e schiarite.
Prima degli ultimi risalti prendiamo la prima breve “lavata”
che rende il tutto un po’ più viscido ma,
dopo poco, il percorso diventa più facile e meno
ripido così, alle 14, raggiungiamo la croce di
vetta a 2890m.
Il tempo per una foto poi via di corsa dalla vetta poiché
l’atmosfera “elettrica” non promette
nulla di buono!!!
Qualche breve passaggio facile in discesa sotto un altro
breve temporale e siamo al colletto tra le due cime.
Da qui circa 200m di canale nevoso ci portano in fretta
al conoide detritico dove al mattino abbiamo iniziato
a tagliare verso la cresta.
Il temporale è finito e possiamo prenderci qualche
minuto per metterci in ordine e riporre tutto il materiale
negli zaini.
Quindi giù sul sentiero fino al rifugio dove arriviamo
intorno alle 15.30.
Itinerario consigliabile, mai difficile ma mai banale,
con esposizione garantita e qualche tratto da integrare.
Peccato per il tempo che comunque, vista l’abbondante
pioggia del tardo pomeriggio, direi che è stato
comunque clemente con noi…
Un grazie a tutti i partecipanti sperando che anche per
Voi sia stato piacevole e di soddisfazione come per me.
Al prossimo week end… con destinazione Monte Bianco!
Le
foto della prima uscita >>
Ciarforon,
cresta Nord Ovest




Domenica
3 giugno
Saliti
sabato pomeriggio al Rif. Vittorio Emanuele con un tempo
abbastanza scoraggiante confidiamo nelle previsioni che
sembrano dare qualche speranza per la mattina successiva.
Al mattino nulla e cambiato e comunque decidiamo di partire
ugualmente.
Avvicinamento fino al colle alla base della cresta con
gli sci e un innevamento davvero eccezionale per il periodo.
Attacchiamo la cresta davvero carica di neve intorno alle
8 e i primi risalti scorrono veloci nonostante la neve
molle…
Poi sopra i 3000m la neve diventa davvero tanta e numerose
cornici ci rallentano.
Comunque armati di buona volontà continuiamo a
scavare la nostra trincea e tutti e tre facciamo la nostra
parte sulla cresta che presenta qualche tratto di misto
facile e dei pezzi abbastanza aerei.
Bella la parte mediana con lunghi tratti affilati e passaggi
di roccia resi complicati dalla neve abbondante.
La visibilità va e viene e verso i 3350m la tormenta
diventata abbastanza pesante ci fa desistere e decidiamo
di scendere nonostante siamo a più di metà
cresta e la cima sembra vicina.
Discesa per lo stesso itinerario a causa dei pendii a
nord davvero molto carichi e pericolosi.
Direi che attualmente la situazione di pericolo sopra
i 3000m è generalizzata e non ci sono ancora stati
scarichi significativi.
Il manto nuovo si aggira intorno ai 30cm sotto i tremila
e arriva a una sessantina sopra i 3200m.
Neve comunque molto pesante e a debole coesione col manto
sottostante già abbastanza debole e pesante.
Quindi attenzione.
Le
nostre foto del Ciarforon >>>
Maggio
2007
Parete
di Aiglun, via “Saga”




Martedi
29 Maggio
Sviluppo: 300m circa
Difficoltà: max 6c+ e 6b+ obbligatorio
Esposizione: Ovest
Rapido
cambio di programma lunedì mattina a causa dell’uragano
che imperversava sul Piemonte e sulle Alpi Occidentali
in genere per cui invece di dirigerci a Briançon
optiamo per luoghi più tranquilli…
E allora giù dalla Val Roya con destinazione la
costa francese dove nel pomeriggio scaleremo in falesia
prima di raggiungere Aiglun.
Dopo un bel pomeriggio in falesia a Peillon via verso
Aiglun, ovvero una località sconosciuta ai più
nell’entroterra di Nizza dove arrivare non è
per nulla scontato!
Bellissima la parete di calcare rosso che a picco sul
torrente si alza per circa 250m.
Abbiamo optato per “Saga” che ci è
sembrata avere una bella linea e difficoltà mai
elevate il che è consigliabile la prima volta che
si va in un posto senza sapere che roccia e che chiodatura
si troveranno!
Avvicinamento circa 20 minuti dalla strada asfaltata parcheggiando
vicino al campo da tennis fuori dal villaggio.
L1: 6 a+ 30mt bella lunghezza verticale poi traverso a
dx e sosta su terrazzo e pianta
L2: 6 a 30mt traverso orizzontale veramente esposto con
una discesina…non male!
L3: 6b+ 40mt diagonale verso il grigio con un paio di
passaggi…da studiare.
L4: 6b+ 35mt strapiombi iniziale in diedro davvero tosto
poi bella placca di 6 a+
L5: 6c+ 25mt breve lunghezza dalla cengia con una sezione
dura a metà su tacche
L6: 6c 30mt tiro continuo sul 6c con movimenti eccezionali
e roccia da urlo
L7: 6b+ 30mt con bei movimenti e un boulder…che
del 6b+ ha davvero poco!
L8: 5c 40mt lunghezza che porta in cima alla parete….
5c?…mah!
Itinerario
ricercato ma con bellissima linea ed evidente selezione
dei punti più belli della parete!
Note: tutta la via è su roccia ottima e la chiodatura
è buona.
Un po’ lunga in qualche tratto facile e col giusto
spazio tra gli spit anche sul duro!
Soste individuabili solo per la vicinanza degli spit…
no catene e cordini!
Occhio a non superarle…
Non occorre integrare.
La
parete prende il sole dall’una in poi.
Discesa: dalla fine della via salire verso la vetta traversando
verso dx su risaltini e ghiaie fino a incrociare dopo
un po’ l’ottimo sentiero di discesa!!!
Non buttarsi giù come sembrerebbe fattibile poiché
ci si ritrova su grossi salti che costringerebbero a risalire!
Parete
consigliata a chi vuole fare delle belle vie su calcare,
moderne ma col giusto “ingaggio”.
Le
nostre foto di Aiglun >>>
Uja
di Mondrone, 2964m - Cresta dell'Ometto




18-19
maggio 2007
Parto insieme a Paolo per salire questa magnifica cresta,
una delle ascensioni più classiche delle Valli
di Lanzo. Il tempo è perfetto, ed il posto incantevole,
anche se la presenza di ancora tanta neve ci obbligherà
ad impegnarci ben oltre quanto altrimenti necessario.
La salita al bivacco scorre piacevole e veloce, ed arriviamo
giusto in tempo per goderci un tramonto incredibile. Un
ottimo vino accompagna la nostra cena, ed al mattino,
alle 4.30... non abbiamo troppa voglia di svegliarci.
La giornata si preannuncia bellissima, e l'oretta di marcia
che ci separa dal Passo dell'Ometto ci permette di scaldare
i muscoli. Finalmente, alle 6.45, attacchiamo la cresta,
nella prima parte ancora abbastanza pulita. Le difficoltà
cominciano con il traverso a metà via, che si presenta
come un ripido muro compatto di neve. I ramponi diventano
indispensabili, e decidiamo di tenerli anche nei bei tiri
sommitali, dove la via si raddrizza. La scelta è
giusta, e quando la cresta muore sul versante ovest, la
neve è davvero molta. Dopo 4 ore di bella salita
arriviamo in vetta.
Complimenti a Paolo, che senza nessun problema è
riuscito a godersi completamente la via, un suo piccolo
sogno!!
Le
nostre foto dell'Uja >>>
Vallée
Blanche



Domenica
6 Maggio
Giro della Combe Maudit in condizioni davvero particolari…
Dopo tre giorni di neve e maltempo la Vallée Blanche
si presentava piena di neve e assolutamente sgombra di
ogni traccia di passaggio.
Partiti da Punta Helbronner nella nebbia con visibilità
quasi azzerata siamo poi stati graziati nella seraccata
sotto i satelliti di una lunga schiarita che ci ha permesso
di ammirare questo angolo di Monte Bianco il tutto il
suo splendore e soprattutto… in condizioni invernali!
Innevamento abbondante tranne che sui versanti Nord dove
nemmeno stavolta la neve ha attaccato.
Buone condizioni di neve nel Toula fino praticamente al
Pavillon e nella Vallée Blanche dove abbiamo visti
infilarsi tre gruppi di sciatori sfidando la visibilità
davvero scarsa.
Un saluto a Monica Raffaella e Paola che hanno avuto la
sfortuna di avermi come Guida…!
Un grazie anche alla grande Guida Alpina Guido Candolini
per la fiducia e a tutto il resto del gruppo in trasferta
dal Friuli per la loro simpatia e per avermi sopportato!
Sperando di poter presto ricambiare con una visita nelle
splendide Giulie.
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nostre foto della Vallée Blanche >>>
Goulotte
“Le Fil à Plomb” al Col du Plan



Giovedi
3 Maggio
Difficoltà: III/4+
Sviluppo goulotte: 700m
Esposizione: NE
Partiti
con la prima funivia in una piovosa mattinata a Chamonix…
un po’ demotivati arriviamo all’intermedio
e iniziamo a camminare con la solita scusa del “andiamo
a vedere com’è!”
Intanto si cammina e ci avviciniamo al ghiacciaio…
beccata una traccia iniziamo a salire verso il conoide
e prendiamo quota.
Inizia a nevicare ma la visibilità è ancora
buona.
Iniziamo il traverso in direzione della terminale e ci
siamo sotto.
La neve porta abbastanza al contrario del ghiacciaio sotto
e superata la terminale entriamo nel ripido ma bellissimo
canale.
Così passo dopo passo ci troviamo all’attacco
dei tiri di ghiaccio in un paio d’ore dalla funivia.
Visto che siamo in ballo decidiamo di continuare ed ecco
allora il primo bel tiro un po’ secco ma bello…
non tanto proteggibile ma con bella esposizione.
Sul secondo ci cambiamo e via per facili muri intervallati
da ampi nevai fino alla base del tiro difficile!
Intanto tra un tiro e un altro ci siamo assuefatti all’ambiente
e chiacchierando del più e del meno quasi non ci
accorgiamo che da un po’ nevica forte…
All’uscita del tiro duro… molto tecnico e
non proprio con molto ghiaccio, sono preso dalla prima
piccola scarica di neve fresca.
Un po’ di apnea poi finalmente in sosta… con
gran sollievo!
Il tiro duro sono circa 30m con tratti a 85° su ghiaccio
a volte sottile e difficilmente proteggibile nelle condizioni
attuali.
Primi metri dry abbastanza delicati.
Credo che di solito sia più facile con la goulotte
in buone condizioni!
Il cielo si è chiuso e la visibilità nulla
e con cadenza regolare il canale soprastante scarica piccola
valanghe di neve polverosa che ci investono in pieno.
Decidiamo di scendere poiché tra l’altro
siamo fuori dalla goulotte vera e propria.
Allora giù le doppie in un ambiente che intanto
è diventato ben poco accogliente.
Sotto le nuvole di polvere che ci investono, mai troppo
grandi ma comunque inquietanti, scendiamo in doppia fino
al canale nevoso.
Poi giù veloci fin sotto la terminale e finalmente…
fuori dalle scariche, ci possiamo riposare un po’
e tirare il fiato.
Discesa abbastanza veloce basta solo beccare giuste le
doppie.
Alle 15 siamo alla funivia.
Una bella salita in ambiente particolare dato il momento…
col mitico Guido per nulla turbato dalla neve in eccesso!
Giornata interessante e itinerario davvero bello e mai
banale.
Due tiri più difficili non sempre ben proteggibili.
Doppie sul lato dx orografico della goulotte su soste
discrete… solo da scavare un po’!!
In una giornata normale la si può tranquillamente
effettuare fino all’Aiguille du Midi in tempo per
scendere con una delle ultime corse.
Attenzione a individuare bene le soste… sempre discrete
e affidabili.
Portare delle viti corte e un paio di chiodi a lama.
Le
nostre foto della Fil à Plomb >>>
Aprile
2007
Becca
di Monciair, parete N



Lunedì
30 Aprile e martedì 1° Maggio
Partiti da Pont Valsavarenche alle 22 di lunedì
iniziamo la salita verso il rifugio Vittorio Emanuele.
Dopo una prima mezz’ora asciutta comincia a nevicare
e alle 23.30 arriviamo sul piazzale del rifugio imbiancato
da una spolverata di neve fresca.
La meteo non è delle migliori ma al mattino dovrebbe
essere discreta e speriamo di poterci godere questa inaspettata
farina l’indomani.
Nella notte continua a nevicare e alle 5 quando ci svegliamo
la visibilità è nulla e continua a nevicare.
Decidiamo di posticipare la partenza di un’ora ma
nulla è cambiato e finalmente, alle 7, ci alziamo
e vediamo che la coltre di nubi si è alzata verso
i 3000m lasciando intravedere qualcosa.
Una breve colazione e alle 8 ci incamminiamo verso la
Becca.
Il lungo traverso sotto il Ciarforon scorre veloce e arriviamo
sulla morena da cui si scende sul ghiacciaio di Monciair.
Scendiamo sul bel ghiacciaio e cominciamo a risalirlo
in direzione dello scivolo N.
Dieci cm di neve fresca fanno presagire una bella discesa
ma il tempo volge al brutto e all’attacco della
parete le nuvole si abbassano di nuovo e inizia a nevicare
più fitto.
Tolti gli sci, iniziamo comunque a salire a piedi.
Sotto 10cm di fresca la crosta dura non porta sufficientemente
e si va giù a tratti fino alle cosce.
Traversiamo sotto il canale del gendarme e il canale a
S che scaricano di continuo investendoci con nubi di neve
polverosa… non preoccupanti ma effettivamente a
tratti un po’ opprimenti!
Il lungo traverso ci porta finalmente in centro pendio
fuori dallo snow drift.
Risaliamo l’ampio lenzuolo non senza fatica e alle
10.30 siamo alla sella che immette nel tratto roccioso
della parete, a 3400m.
Gli ultimi 200m sono stati davvero faticosi con sprofondamenti
continui e visibilità azzerata.
Qui inizia la discesa poiché gli ultimi 100m di
dislivello non possono essere sciati.
Sotto la neve ci prepariamo una piazzola e ci equipaggiamo
per la discesa.
I primi metri sono molto stretti e la pendenza sfiora
i 50° ma la neve fresca su fonda gelato rende più
agevoli le curve.
Il manto fresco tiene benissimo e si saltella nella polvere…
tento più che il non vedere sotto da una mano!
Poi la strettoia che immette sullo scivolo N con qualche
lastra di ghiaccio coperta dalla neve ma ben sciabile.
Una volta sullo scivolo la pendenza si assesta sui 45°
e con la farina è uno spettacolo!
Belle curve con 15cm di fresca e ampi raggi ci fanno divertire,
peccato la visibilità pressoché nulla!
Lo scivolo di circa 250m scorre bene e quando verso la
base la pendenza scende sui 40° ci si può lasciare
andare a curvoni in neve polverosa che abbiamo atteso
tutto l’inverno!
Il ghiacciaio è uno sballo e sembra di essere a
gennaio!
Poi verso i 2900m alla base del ghiacciaio si gira a sx
per dirigersi verso i Denti del Broglio e quindi il vallone
del Grand Etret.
Farina pesante su fondo duro fin dentro il vallone.
Poi un po’ di neve pesante ma ben sciabile fino
a quota 200 dove togliamo gli sci.
Tre quarti d’ora a piedi sul lato sx del torrente
ci riconducono a Pont.
Una sciata bellissima e inaspettata su un pendio da favola…
Pendenza mai eccessiva tranne i primi 100m.
Peccato per il tempaccio e la neve che ci ha accompagnato
per tutta la salita.
Alle 13 siamo a Pont e possiamo finalmente cambiarci e
pensare alla bella discesa, iniziata coi peggiori auspici
ma alla fine di gran soddisfazione.
Marco
e Muyo
Le
nostre foto della Becca di Monciair >>>
Albaron di Savoia 3627m, parete NE



Domenica
22 Aprile
Difficoltà:
350m 5.1/E3
Dislivello complessivo:1900m circa
Meteo: sereno
Partiti
da Pian della Mussa (1800m) alle 6.20 circa ci dirigiamo
verso il Canale delle Capre.
La notte è stata calda e la neve non porta per
cui, data la pericolosità del canale in queste
condizioni decidiamo di salire lungo il sentiero.
La prima ora quindi la facciamo sci a spalle, e camminare
tra rocce e neve molle non è certo piacevole.
Sbucati sopra le balze rocciose possiamo finalmente mettere
gli sci e la neve comincia ad essere portante.
Saliamo verso il vallone che porta alla Ciamarella e con
un lungo traverso lo raggiungiamo.
Lo si percorre fino al fondo.
Quindi, a quota 2900 circa, si piega sulla dx salendo
in direzione della Sella d’Albaron.
Si sale un bel pendio costante che dopo la prima impennata
si abbatte un po’ e conduce alla sella a quota 3350m
circa.
Da qui ecco sbucare l’Albaron.
Sulla dx la punta Chalanson, la piccola Ciamarella e in
lontananza la Ciamarella.
Ci si porta al colletto dell’Albaron a quota 3450
circa e da qui, sci a spalle, si percorre la bella e affilata
cresta che conduce alla vetta a 3627m.
Arriviamo in vetta alle 11 circa dopo 1800m di dislivello.
Dalla vetta scendere al colletto tra le due cime (30m)
e buttarsi sull’ampio pendio NE all’inizio
con pendenze sui 40° gradevoli e tendere a dx.
La neve è farina un po’ pesante ma sciabilissima.
Bellissime curve nella parte alta mentre lentamente si
va verso dx portandosi sul filo dello sperone.
Qui la pendenza aumenta sui 45° ma l’ampiezza
del pendio e la bella neve rendono il tutto molto piacevole.
Si scende fino alle prime roccette che preannunciano la
caratteristica barra rocciosa che fa da piede alla parete.
Individuare un passaggio non è facile dipende molto
dalle condizioni di innevamento.
Sempre sul filo dello sperone si scende fino all’imbocco
di una strettoia molto ripida con cornice sul lato di
ingresso.
Passaggio molto delicato e stretto con pendenza sui 55°
per una decina di metri che immette nel canaletto sottostante
incassato tra le rocce.
Il canale è sui 50° e la neve ha tenuto bene
per cui si curva senza troppe difficoltà anche
nello stretto.
Quando il canale si apre sul sistema di cenge sottostanti
tenere la dx e dopo qualche altra curva un po’ più
ampia traversare orizzontalmente a dx cercando il passaggio
tra le cenge nevose molto esposte.
Per uscire dalla parete un bel traverso su una stretta
cengia con un bel saltino sotto!
Una volta sul pendio sottostante ci si rilassa e via nel
conoide fino al ghiacciaio.
Si è a quota 3250 circa.
Si rimettono le pelli per rimontare alla sella d’Albaron
a quota 3350 circa.
Dalla sella si scia lungo la via di salita…
Prima gli ampi pendii sotto il colle e poi una volta nel
vallone giù dritti fino a ritornare sopra il pian
della Mussa.
A quota 2150 togliamo gli sci e di nuovo a piedi fino
all’auto dove giungiamo alle 13.30 circa.
Note:
l’itinerario di salita è molto lungo e normalmente
si sale anche dal versante Des Evettes.
Considerare bene le condizioni del Canale delle Capre
sopra il Pian della Mussa prima di mettercisi dentro.
Molto pericoloso con neve molle poiché sotto scorre
molta acqua ed è pieno di buchi.
Scendere non più tardi delle 11 la parete con le
condizioni attuali e quindi calcolare di partire intorno
alle 6.
La barra di rocce alla base della parte deve essere affrontata
diversamente a seconda dell’innevamento e portarsi
dietro uno spezzone di corda non è una cattiva
idea se ci si trova nelle strettoie senza neve!
Attualmente si scende tutta sci ai piedi.
Le
nostre foto dell'Albaron >>>
Agugliassa
Parete N



Venerdì
20 aprile
Difficoltà: 350m 5.1/E4
Dislivello complessivo:1550m
Esposizione: Nord
Località di partenza: Villanova (1250m) o rifugio
Jervis (1732m)
Partiti
da Villanova alle 5.45, alle 7.20 mettiamo gli sci al
fondo della conca del Prà nei pressi di Partia
d’Amunt a 1750m.
Saliamo nel bosco di larici che porta al Pian Sineive
e dopo circa 150m pieghiamo a sx puntando all’evidente
piede della cresta Ovest dell’Agugliassa che divide
i due valloni.
Con una breve discesa sotto il filo di cresta ci si porta
nel vallone della Meurtira, che costeggia tutta la parete
N dell’Agugliassa e sale fino all’omonimo
colle, situato fra questa e la Guglia di Meurtira.
Il vallone sale costantemente fino a quota 2400 circa
quando si impenna e restringe per diventare lo stretto
canale che con pendenze sui 40° porta al colle.
Dal colle prendere l’evidente cresta che in direzione
SW conduce in cima.
Bella cresta aerea e rocciosa con passaggi fino al III°
che possono essere leggermente aggirati sulla sx diminuendo
la difficoltà e passando su piccole cenge.
Giunti ad un colletto nevoso circa 30m sotto la cima si
calzano gli sci.
Una breve puntata sulla bella cima dell’Agugliassa
comunque non ce la vogliamo far mancare!
Alle 10.45 mettiamo gli sci per cominciare la discesa.
Qualche curva sul nevaio non ripido che da accesso alla
dorsale rocciosa ci fa capire subito che neve troveremo…
Dalla dorsale si deve scendere con ripido traverso (50/55°
nei prime 5 metri) sul gran nevaio triangolare che caratterizza
la parete.
Passaggio davvero expo e accesso al nevaio che troviamo
in neve con crosta vetrata davvero pericolosa.
Sulle lamine traversiamo sul lucido cercando di spostarci
dove batte il sole ma purtroppo nemmeno lì cambia
molto.
La parete qui è molto aperta ed esposta e un errore
non è concesso.
La pendenza sui 50° in alto poi intorno ai 45°.
Tutta la parte mediana la troviamo con neve gelata e anche
l’ingresso del canale sulla dx che da accesso alla
parte bassa di rientro verso il colletto Meurtira.
Fare attenzione a imboccare il canale in alto da una piccolissima
selletta senza scendere alla base del nevaio triangolare
che muore su delle balze rocciose!
Da metà canale (45/40°) la neve ha mollato
e ci permette di curvare potendo almeno respirare…!
Entriamo nel canale circa 70m sotto il colletto e di qui
qualche curva stretta sui 40° ci porta nell’ampio
vallone sottostante.
Possiamo tirare un sospiro di sollievo!
La sciata nel vallone è piacevole su firn fino
ai 2200m poi la polenta prende il sopravvento e tra buchi
e drauss raggiungiamo la Conca del Prà.
Non resta che ripercorrerla tutta sci a spalle per raggiungere
il Jervis dove ci fermeremo a mangiare qualcosa…quindi
giù a piedi fino a Villanova.
Note:
La parete è in pieno N quindi bisogna calcolare
bene le condizioni.
Nonostante il caldo il sole è talmente radente
che la neve non ha mollato nemmeno a mezzogiorno!
La linea è molto bella ed esposta per cui con neve
dura occorre molta attenzione.
In nevi belle è certamente una gran discesa!
Il dislivello è di 300m circa ma lo sviluppo sui
400.
Un
grazie a Max per avermi assecondato in questa avventura…
Le
nostre foto dell'Agugliassa >>>
Punta Roma, discesa del versante Est





Lunedi
9 Aprile
Difficoltà: 5.2 (5.3) / E4 400m 45/50°
Esposizione: Est / Sud Est
Dislivello: 1356m
Meteo: sereno e molto caldo.
Sveglia
ad un orario indecente o meglio, come dicono quelli che
mi hanno trascinato in questa bella “discesa”,
ci svegliamo “un po’ presto”….
Per farla breve alle 3.40!
Cominciamo a camminare intorno alle 5 a Pian Regina e
su per le piste prima e verso il Lago Chiaretto poi.
La prima ora sempre dura e il ritmo è molto sostenuto
e quindi l’arrivo nei piani sotto la morena non
può essere che un sollievo!
Alle 7.30 siamo sotto il conoide della Roma.
Splendida alba da sotto la Nord con un panorama davvero
invernale finalmente!
Sci in spalla si risale prima il conoide poi la parete
lungo il tracciato della via normale.
Rampe e strettoie su neve spesso appena rigelata e vuota
sotto ci rallentano un po’ ma nonostante tutto alle
9 siamo dopo i due grandi nevai.
Fa molto caldo e procediamo su terreno abbastanza difficile
con passaggi di roccia intorno al III° e brevi goulottine
sci in spalla fino alle 9.30.
Quando valutiamo che la neve sta diventando troppo molle
e decidiamo di finire la salita.
Siamo a 2980m circa… la vetta è proprio sopra
di noi!
Calziamo gli sci e cominciamo la discesa.
Subito ripida su neve gelata all’ombra e molle al
sole.
Un sistema di cenge a 45° ci porta al traverso della
normale.
Traverso molto esposto e con pendenza sui 50° e al
di sotto… meglio non guardare!
Qualche passaggio tecnico e un traversino da cardiopalma
ci portano sul grande nevaio che finalmente ci permette
qualche bella curva sui 45°
Poi la cengia sospesa (un vero balcone sul vuoto!) e la
strettoia in dry per accedere al nevaio sottostante…
mooolto panoramico!
Quindi bella sciata sul gran nevaio e una breve rampa
ci porta al conoide.
Un po’ di freeride e poi…
Pelli di foca e si risale prima al Giacoletti e poi al
Losas o Rocce Alte che dir si voglia.
Altri 400m di dislivello circa per un dislivello complessivo
che supera i 1500m.
Dal Losas ci gettiamo sul versante N che è super
innevato e per canaletti e cenge giù nel couloir
del Porco.
Pieno di neve e abbastanza stabile!
Da qui via fino al Pian del Re su neve marcia e poi a
Pian Regina lungo la strada innevata!
Un caldo feroce accompagna il rientro!
Al Pian Regina la folla di Pasquetta ci riporta alla realtà!
Una discesa eccezionale per la ricercatezza ed esposizione
dell’itinerario.
Pendenza mai eccessiva ma… vietato cadere!
Sia la salita che la discesa richiedono molta concentrazione
e disinvoltura coi materiali….
Un grazie ai due trattori Max e Walter per questa bella
esperienza…
Alla prossima!
Le
nostre foto della Punta Roma >>>
Discesa della Vallée Blanche (Monte Bianco)



Giovedi
5 Aprile
Discesa dell’itinerario più classico del
massiccio in una giornata di tempo splendido e sole infuocato!
Partiti da Punta Helbronner (raggiunta mezz’ora
in ritardo grazie alla scarsa professionalità di
chi lavora sulla funivia de La Palud!) siamo i primi a
tracciare la discesa dal Colle Flambeau in una neve…
che ripaga di una intera stagione di crostacce e cemento!
Poi per qualche ora proviamo a portare avanti il nostro
progetto ma siamo respinti dalla troppa neve che rallentava
il tutto!
Così decidiamo di buttarci giù verso Chamonix
e godere del panorama del Monte Bianco con ottimo innevamento!
E ne è valsa la pena!
Unica pecca la tantissima gente che come al solito affolla
la Vallée Blanche…
Le
nostre foto della Vallée Blanche >>>
Marzo
2007
Punta
Bruna (2664m) discesa versante Est



Mercoledì
21 Marzo
Difficoltà: 500m 4.1/E3 (max 45° in alto)
Esposizioni: NE/E
Caratteristiche: sistema di parete e canali
Dalla
strada forestale per L'alpe Bancet, a circa 2000m di quota
deviare su una sterrata che va in piano a dx passando
dopo circa 200m sul vallone del Cruel.
Percorrerla lungo un taglio a mezza costa che si porta
nel vallone e non abbandonarla fin quando non si entra
nel grosso pianoro sotto la Punta Bruna.
Deviare in direzione dell'ampio ed evidente conoide e
risalire il conoide.
Successivamente salire tra creste canali e roccette su
itinerario variabile a seconda delle condizioni.
Qualche passaggio di roccia facile.
Raggiungere la cresta a dx della cima salendo nell'ultima
parte su una vaga dorsale di roccette.
Dalla cresta perdere circa 30m di dislivello e portarsi
in linea sopra la discesa.
Scendere tra canali e ampi nevai con inclinazione max
40/45° in qualche tratto.
Qualche passaggio richiede l'uso della piccozza per passare
tra un canale e l'altro.
Belle curve su ampi nevai a 40° nella parte centrale.
Per riconnettersi al conoide scegliere bene l'itinerario.
Conoide 30/35°.
Oggi, neve gelata con una spanna di fresca ventata sopra...
Le
nostre foto della Punta Bruna >>>
Giro del Cervino dal Teodulo



16
marzo
La
relazione: Partendo dal rifugio Teodulo 3315m, posto sull’omonimo
colle, scendere lungo le piste del versante svizzero tenendosi
sulla sx e, a quota 3100m circa, risalire un centinaio
di metri fino a portarsi sotto l’impianto che termina
sulla cresta del Furggen.
Attraversarlo e raggiungere la pista all’estrema
sx.
Da qui si può scendere lungo la pista fino alla
stazione del Furgg e poi risalire circa 150m fino allo
Schwarsee da dove su pista si scende all’ hotel
Stafelalpe.
Oppure abbandonare la pista subito e dirigersi sotto l’
evidente parete Est del Cervino e sciare in uno splendido
vallone proprio sotto la parete che, al suo fondo in prossimità
di un ponticello di ferro, permette con una brevissima
risalita a piedi di 5 min, di bypassare tutto e ritrovarsi
già all’arrivo dell’impianto dell’Hornli
(2775m), dal quale, scendendo lungo la pista, si raggiunge
in breve l’Hotel Stafelalpe!
Da qui, in prossimità dell’albergo rifugio,
prendere l’evidente strada che parte sulla sx e
in piano va in direzione dell’enorme valle glaciale
del ghiacciaio di Zmutt con sullo sfondo la Tête
de Valpelline e l’omonimo colle.
Siamo a quota 2200m (circa 1 ora e mezza dal Teodulo).
Cominciare a risalire la valle passando sotto la Nord
del Cervino e le sue seraccate e successivamente sotto
la parete Ovest.
La prima ora e mezza è quasi in piano e non si
guadagna dislivello ma stando sulla sx del vallone (parte
opposta alla morena della schonbielhutte) almeno ci si
risparmia i fastidiosi saliscendi.
Giunti alla fronte del ghiacciaio si inizia a salire verso
dx tra seracchi e pianori glaciali verso l’ancora
lontano Col de Valpelline.
Raggiungere il colle su itinerario molto sinuoso e diretto
nella prima parte e quindi su enormi pianori e calotte
glaciali in alto fino a raggiungere la quota di 3565m!
Calcolare circa 4 ore da Stafelalpe.
Dal Colle possibilità di raggiungere con un’altra
mezz’ora di salita circa la Tête de Valpelline.
Oppure scendere in direzione SE fino a quota 3300m quando,
al margine della seraccata sulla sx, si nota un evidente
colle roccioso, il Col de la Division, a quota 3314.
Qui si tolgono gli sci per scendere un breve tratto di
rocce instabili e ghiaie attrezzato con catene!
Si raggiungono i nevai inferiori e si scende con percorso
intuitivo verso il rifugio Aosta, con pendenze fino a
35° in qualche punto.
Attenzione a valutare bene le condizioni di questo tratto
un po’ ripido.
Il rifugio Aosta a quota 2781 è su un bellissimo
balcone roccioso che guarda la sottostante Valpelline.
Dal rifugio Aosta scendere su bei pendii esposti in pieno
Sud (occhio al troppo caldo) nel sottostante vallone e
lo si percorre tutto fino al fondo; quando si stringe
e all’improvviso diventa una stretta gola non percorribile
con gli sci.
Qui si è a quota 2200m e si rimettono le pelli!
Per completare il giro e ritornare in Valtournenche ci
sono varie possibilità.
Si può salire allo Château des Dames con
una salita abbastanza diretta di circa 1200m di dislivello
oppure risalire il vallone di Bella Tza fino all’omonimo
colle e da qui, con breve traverso, raggiungere il colle
di Vofrède da dove, con bellissima discesa mai
troppo ripida ma non banale, si ritorna a Cervinia.
Se si sceglie la prima alternativa, una volta sul colle
dello Château des Dames bisogna affrontare una cresta
di roccia e neve un po’ esposta che porta verso
il Castello Whymper e, poco prima di raggiungerlo, scendere
con una doppia (a seconda dell’innevamento) sul
ghiacciaio sottostante da dove, con un traverso, ci si
porta verso il colle di Vofrède, punto di arrivo
del secondo itinerario.
Nel nostro caso, valutate le condizioni di innevamento
ancora troppo forte sui pendii a Sud e l’elevata
temperatura, abbiamo deciso di scendere fino al rifugio
Prarayer (2010m) raggiungibile in un’altra buona
mezz’ora di percorso tortuoso.
Da qui lungo una estenuante pista di 5km che costeggia
il lago artificiale si raggiunge la diga di Place Moulin.
In annate normali da qui è possibile scendere fino
a Bionaz in sci lungo la strada innevata ma quest’anno,
dato lo scarso innevamento in bassa quota, ci è
toccato di farla a piedi… e sono 7km di asfalto!
Siamo stati fortunati, dopo poco, abbiamo incontrato un
benefattore che ci ha caricato e portato fino a Bionaz
da dove, con un pullman, siamo riusciti ad arrivare alla
stazione di Aosta.
Infine, grazie a un passaggio, siamo rientrati a Cervinia
alle 20.00, dopo 16 ore di travaglio!
Dislivello
del giro da noi effettuato: 1600m circa in salita e 2700m
in discesa!
Dislivello del giro completo: 2800m circa in salita e
3900m in discesa!
Tempi: calcolare circa 12-13 ore per il giro completo
9 per quello fatto da noi.
Note:
il giro del Cervino si colloca in quella sfera di scialpinistiche
tecnicamente gradate OSA ma in realtà bisogna tenere
conto di molti fattori; dall’enorme sviluppo alla
grande varietà di ambienti ed esposizioni, con
gli annessi pericoli oggettivi.
Valloni, ghiacciai, morene detritiche e passaggi di roccia,
scelta dell’itinerario più sicuro, sono tutti
parametri fondamentali per la riuscita del giro in tranquillità.
Non ultime le tempistiche poiché occorre essere
veloci per non ritrovarsi nei tratti esposti a Sud troppo
tardi!
Per
effettuare il giro in modo altrettanto gratificante e
meno faticoso, occorre spezzarlo ed effettuarlo in due
giornate belle piene, facendo tappa al rifugio Aosta o
al Prarayer per passare la notte e, al mattino, con neve
dura e condizioni ottimali, risalire allo Château
des Dames o al Colle di Vofrède per poi rientrare
su Cervinia.
Le
nostre foto del giro del Cervino >>>
Sentiero
dei Troll (Valnontey)




Domenica
4 marzo 2007
In una splendida giornata di caldo e sole, in compagnia
di Fabio e Francesco, saliamo questa bella e classica
cascata. Il ghiaccio, ammorbidito dal sole, ci ha permesso
una salita rapida e di totale piacere. Alla prossima!!
Le
nostre foto del Sentiero dei Troll >>>
Febbraio
2007
Col Sellière 2851m (Val Pellice)



Mercoledi
28 Febbraio
Dislivello:1100m
Difficoltà:BS
Località di Partenza: conca del Prà (1750m)
Partiti
alle 9.00 dalla conca del Prà un po’ demoralizzati
dalla poca neve e dagli incredibili 9°C con tifone
caldo…
Nel bosco si saliva e la neve teneva ancora poi,dal Pian
Sineive in su il tutto è diventato più faticoso.
Neve a grossi cristalli di brina piena con annesso sprofondamento..!
Un po’ di fatica ma non ci siamo persi d’animo
e abbiamo continuato,e siamo stati premiati poiché…
Dai 2400 in su la neve è molto migliorata diventando
asciutta con piccola crosticina da vento.
Comunque non abbondante e già pensavamo che in
discesa sarebbe stata dura… senza casco!
Sul colle vento forte e si intuiva in Francia una nevicata…
tanto per cambiare!
Discesa nei primi 500m piacevole con qualche bella curva
nei valloni su crosta leggera.
Poi dai 2400 in giù neve molto pesante intervallata
da lastroni da vento.
Non facile…
Nel bosco sotto i 2000 il caldo torrido ha sortito i suoi
effetti… neve bagnatissima stile maggio inoltrato…
Alle 12.30 siamo di nuovo nella conca…!
Un bravo a Mauro a una delle sue prime esperienze…
vissuta su nevi di difficile controllo!
E complimenti per i due 360° completi dai quali è
uscito miracolosamente indenne!
Le
nostre foto del Col Sellière >>>
Guglia
di Meurtira (2687m) parete Est (Valle Pellice)



Lunedi
26 Febbraio
500m
4.1/E3
Esposizione Est/Nord Est
Sviluppo complessivo:1000m
Località di partenza:Valle dei Carbonieri (rifugio
Barbara)
Itinerario
a tratti delicato nella parte centrale ma molto estetico
e panoramico.
Salita possibile secondo vari itinerari dalla comba Carbonieri
poi nell'ultimo pezzo consigliabile seguire la cresta
rocciosa sulla sx (salendo) dell'evidente pendio di discesa(passaggi
di 1° e 2°) fino in cima per non ravanare troppo
nella neve.
Cresta comunque faticosa per neve spesso ventata.
Discesa:
Primi 200m molto aperti in pieno pendio e varie possibilità
di discesa (35/40/brevi tratti a 45° nei canali che
danno acceso alla barra rocciosa).
Poi una serie di cenge e strettoie da interpretare bene.
Passaggi delicati ed esposti nella barra rocciosa sopra
i conoidi con un paio di attraversamenti delicati e passaggi
a 45° molto stretti.
Scendere seguendo le condizioni migliori di innevamento
e tenersi comunque sulla sx (scendendo) per attraversare
le rocce e accedere ai conoidi bassi.
Poi
in basso finalmente sciata facile e divertente.
Non oggi poiché la neve era delle peggiori qualità
su tutto l'itinerario!
In alto crosta cedevole e accumuli da vento, nella fascia
rocciosa accumuli e sui conoidi crosta da rigelo non portante.
In basso crosta da rigelo di quella veramente difficili!
Nel
complesso una discesa articolata e di grande varietà.
Oggi purtroppo in cattive condizioni rispetto alla qualità
della neve!
Vento forte in quota e sulle creste proveniente da Ovest.
Le
nostre foto della Meurtira >>>
Viso
Mozzo (3019m) canale dei campanili + cresta Est

.JPG)


Sabato
17 Febbraio
Dislivello complessivo:1300m
Difficoltà: pendenze su neve fino a 40° e passaggi
di roccia fino al II/III°
Località di partenza: Pian regina 1730m.
Partiti
da Pian Regina alle 7.30 del mattino ci incamminiamo lungo
le piste da sci ormai in disuso in direzione della cima
di Ghincia Pastour.
Si cammina bene sulla neve battuta ma la nebbia azzera
la visibilità.
La temperatura di 1°C.
Dopo 600m di dislivello eccoci in cima alle piste e soprattutto….fuori
dalla nebbia!
Sono circa le 9 del mattino e il panorama è stupendo
sul mare di nubi sottostante.
Una breve pausa e via verso il versante N del Viso Mozzo.
Aggiriamo il conoide per cresta ed entriamo nel canale
ormai quasi nelle strettoia.
Le condizioni del conoide erano orrende per la mancanza
di neve e le pietre instabili.
Nel canale la neve è molto poca e spesso si cammina
sulle pietre.
Mooolto faticoso e in certi tratti si fanno due passi
avanti e uno indietro...!
Comunque risaliamo il ramo di sx che dopo la ripida strettoia
sotto il campanile via via si abbatte prima di giungere
sulla sospiratissima cresta Est.
Vi giungiamo intorno alle 12.30.
Da qui alleggeriti degli zaini facciamo una rapida incursione
in vetta.
Circa 150m di dislivello ci separano dai 3019m. della
cima ma la cresta è pulita e senza neve e i passaggi
di roccia si superano agevolmente.
Una volta in cima ci affrettiamo poichè il mare
di nubi che per tutta la mattina è restato in basso
comincia a salire veloce.
Ridiscendiamo dalla cresta Est e ci portiamo in basso
fino all’imbocco di un canale più largo che
ci deve riportare alla base del conoide fatto in salita.
Qui entriamo in una nebbia fittissima e il terreno è
davvero scivoloso e instabile…
Comunque riusciamo a rientrare esattamente dove volevamo
e da qui,ripresa la traccia del mattino,rientriamo a Ghincia
Pastour.
La stanchezza si fa sentire, sono le 15.30 e sono 8 ore
che camminiamo ma per fortuna da qui in un’oretta
di cammino lungo le piste si è di nuovo a Pian
regina.
Da qui in poi è la solita piacevolissima routine
fatta di panini, bicchieri di vino e tante risate….!
Un grazie a Stefano ed Andrea… come sempre piacevoli
e resistenti…!
Le
nostre foto del Mozzo>>>
Triangolo
della Caprera Goulotte del Triangolo



Sabato
10 Febbraio
Sviluppo:
250m (escluso il canale)
Difficoltà: III/3
Dislivello avvicinamento: 800m circa
Partiti da Castello (1600m) intorno alle 7.15 ci incamminiamo
verso il triangolo della Caprera risalendo il vallone
di Vallanta in direzione dell’omonimo rifugio.
Si risale il vallone fino al lungo piano prima dell’ultima
salita che porta al rifugio e, all’incirca a metà
di questo, sulla dx appaiono evidenti le placconate del
Triangolo dove sorgono numerose vie di roccia.
Sulla dx dello scudo roccioso, incassata in un vago diedro
ecco la nostra rigola ghiacciata scendere verso il conoide
nevoso.
La goulotte si rivela agli occhi di chi sale solo all’ultimo,
quando dal vallone ci si trova alla stessa altezza.
Allora si risale il conoide pietroso verso l’attacco.
Saliamo veloci e alle 9 siamo sotto la goulotte…!
Attualmente niente neve sull’avvicinamento tranne
qualche triste lingua ogni tanto.
Ci si cambia e poi via…
L1:
I primi 60m sono su neve e ci portano all’attacco
della vera goulotte in corrispondenza di una strettoia.
L2: da qui su ghiaccio e neve seguire la linea evidentissima
che con circa altri 60m porta ad una sosta su roccia salendo
sulla dx;alla base del lungo nastro ghiacciato.
L3:55m di bel ghiaccio attualmente molto gradinato con
dei bei passaggi stretti.Buone possibilità di chiodatura
e linea molto estetica in mezzo alle placconate di roccia.
L4: circa 30m di un ultimo risalto ripido in ghiaccio
molto duro portano sopra il tratto chiave della via.Sosta
sulla sx.
L5: una facile lunghezza conduce a un comodo ripiano nevoso…fine
delle difficoltà.
L6: si attraversa a sx e ci si immette in un canalino
roccioso che sale su un ampio nevaio dove sulla dx si
trova la sosta. (50m)
Da qui si può proseguire facilmente su roccette
e neve nel canalino che conduce al colletto e da qui poi
facilmente in vetta al triangolo.
Discesa: in doppia sullo stesso itinerario con 4 doppie.
Bella
salita nel complesso in una giornata grigia con qualche
fiocco di neve,vento e poi qualche sprazzo di sole.
Comunque fortunatamente fredda in quota!
Paesaggio molto bello ma purtroppo molto secco e asciutto.
Salita divertente con tre eccezionali alpinisti al seguito:
Fabrizio, Gianni e Paolo.
Un bravo a loro per la dimestichezza dimostrata e per
aver reso la salita divertente, oltre che veloce…!
Alle 16 di nuovo all’auto.
Insieme a noi altre due cordate oggi sulla via.
Forse la goulotte in tutta la sua storia non ha mai avuto
tante ripetizioni come quelle di quest’anno…
potenza della comunicazione!
Condizioni in giro direi disastrose dal punto di vista
della neve… guardate le foto per conferma.
Le
nostre foto del Triangolo >>>
Monte
Terra Nera, 3100m, da Rhuilles



7
Febbraio
Difficoltà: BS
Dislivello:1400m circa
Condizioni: buona la pista che da Rhuilles conduce su
neve battuta fino alla borgata di Thuras a 1940m.
Da qui ci si inerpica nel bosco con traccia buona fino
a raggiungere, dopo un pezzo di bosco ripido, il colletto
che immette nel vallone in alto.
Si attraversa il vallone passando sotto la cima Dorlier,
la Dourmillouse e il Viradantour lasciandoseli sulla sx
con le loro belle creste e canali.
Vallone su neve dura con una spruzzata di farina sopra.
Parte alta che conduce alla cima su neve ventata e pendìi
molto poco innevati.
La neve si trova crostosa solo nelle conche... dorsali
spazzate dal vento.
Discesa bruttina nella parte alta con serie di croste
non portanti e placche gelate; un po' a slalom tra le
pietre.
Poi nel vallone bella sciata su neve ottima.
Nel bosco qualche bella curva in farina aggiusta il tutto.
Poi di nuovo neve battuta fin giù.
Tempo buono fino quasi in cima quindi coperto con vento
moderato e scarsa visibiltità.
Freddo in quota finalmente.
Bel panorama dalla vetta un po' offuscato dalle nubi.
Le
nostre foto del Terra Nera >>>
Pic
de Panestrel couloir ENE (Vallée de l'Ubaye)




Giovedi
1 febbraio:
Difficoltà:5.1 E3
Sviluppo: 700m
Dislivello complessivo:1200m fino al colletto
Avvicinamento
in auto:
Torino-Saluzzo-Borgo S.Dalmazzo-Colle Maddalena-Larche-Valle
di Vars-bivio per Fouilles/Maljasset(occhio a beccarlo)-La
Barge.
Tempo 3 ore circa
Itinerario:
Partire da La Barge (1877m) e seguire l'evidente vallone
che subito ripido immette dopo circa un'ora nel pianoro
sotto il Panestrel.
Panestrel visibile da La Barge sulla dx in alto guardando
verso valle... evidentissimo!
Risalire il larghissimo e lunghissimo conoide.
Immettersi nel canale che diventa sempre più stretto
e ripido passando dai 35/40° dell'ingresso ai 45/50°
dell'uscita.
Dopo la curva a dx direi pendenza costante tra 45 e 50°.
Ultimi 100m del canale a 50°.
Non farsi impressionare dalle barre rocciose... nascondono
sempre una curva accessibile.
Ultimo pezzo: la pendenza si fa sentire...!
Condizioni: oggi bosco in neve recenta umida con zoccolo
inquietante.
Non ci sono pelli scioline e creme per emorroidi che possano
funzionare...!
Fino a metà conoide sci ai piedi poi stufi di sollevare
tonnellate di neve decidiamo di toglierli e di automaticamente
interrarci nel manto!
Tutto il canale a piedi con affondamento preoccupante
a tratti fino alla vita...!
In neve compressa... poi crosta da vento.... poi crosta
da rigelo fine e infine nella rigola fino a toccare le
pietre sul fondo.
Direi molto faticoso.
Fino all'ultimo passo abbiamo ravanato nella neve.
Ci siamo fermati 30 metri sotto il colletto per le troppe
pietre scoperte dal vento.
Ancora visibile la piazzola scavata il 14 gennaio da chi
l'ha sceso...! e qualche derapata...
Discesa
nei primi metri abbottonati e vigili poi dopo poco le
curve sono diventate più fluide e la neve sui lati
era farina compressa.
Bellissimo canale con neve molto sciabile e nella parte
bassa farina grossa e brina.
Ultimi 200m e conoide davvero da urlo in farina compressa
e uno spazio immenso per fare tutto ciò che si
vuole.
Ultimo pendio prima di La Barge con poca neve e qualche
pietrolina.
Meteo
eccellente con sole di rame e temperatura mite.
Condizioni in generale buone e canale direi sicuro attualmente
fino a nuove nevicate o uragani di vento.
Vallone
paesaggisticamente stupendo e panorama superbo...!
Le
nostre foto del Pic Panestrel >>>
Gennaio
2007
Vallone
di Fournel "Capitaine Courageux"



31
Gennaio
difficoltà:
III/4+
Sviluppo:200m
Esposizione:N
Bella
cascata di 5 lunghezze con linea molto aerea e ultima
lunghezza impegnativa.
Un'altra classica del Fournel attualmente in buone condizioni
ma più dura per il poco ghiaccio...
L1: 60m 70/75° su ghiaccio buono e bella goulottina
centrale.
L2: muro a 80° poi rampe a 70°... quindi ultimo
muro a 80° con ghiaccio secco e delicato; sosta su
ghiaccio (55m)
L3: rampe con ghiaccio sottile. 60m sosta su Abalakov
preesistenti. (possibile dividere in due lunghezze.
L4: ultimo muro di 45m a 80/85°, 3 due tratti a 90°.
Atletica nei passaggi verticali su candele in uscita dalle
nicchie.
Ghiaccio spaccoso e secco.
Faticosi i primi 30 metri.
Due bei passaggi atletici in corrispondenza di due piccoli
tetti sopra le nicchie.
Discesa: su buone soste 3 doppie con corde da 60m (consigliate)
Salita
con Edi e Paolo... cordata molto divertente e... rapida!
Arrivati facilmente in auto all'ultimo parcheggio del
Fournel.
Avvicinamento circa 40min.
Le
nostre foto su Capitaine >>>
Vallone
di Fournel: cascata les Nains des Ravines



24
gennaio
Una grande classica del vallone
Sviluppo:
300m
Difficoltà: IV/4
Lunghezze: 7
Esposizione: N
Avvicinamento:dall'ultimo
parcheggio della strada del Fournel attraversare il fiume
su ponte di legno e risalire il conoide in direzione dell'evidente
canale dove si snoda il colosso di Rodi.
Les Nains de Ravines è a dx del colosso sul contrafforte
roccioso.
Calcolare circa mezz'ora dal parcheggio... la situazione
cambia se si deve lasciare la macchina prima.
L1:
bella rampa in ghiaccio a tratti sottile con pendenza
max 75°.
Circa 60m sosta su ghiaccio.
L2: finire il muro e una volta sul plateau di neve disgonale
verso sx a raggiungere dei piccoli arbusti(sosta) alla
base di una piccolo risaltino.
L,3 L4, L5: facili rampe oggi percorribili a piedi sfondando
nella neve fino alle cosce... (non saprei cosa sia meglio!)
L6: sequenza di muri max a 80° con brevi tratti appoggiati.Sosta
sul lato sx salendo dopo circa 50m(spit + chiodo)
L7: ultima lunghezza la più impegnativa con brevi
muri a 90° e pezzi a 85°. Lavorata a colonne e
sosta due metri prima dell'uscita su cengia a sx della
colonna (larice con cordini).
Discesa:
in doppia sul lato dx orografico della cascata.
Attenzione a reperire le soste giuste!
Ultima calata su abalakov per giungere a terra, le altre
quasi tutte su larici.
Itinerario
d'ambiente e di buon sviluppo.
Oggi spettacolare con circa 50cm di neve caduta a dare
un tocco molto invernale.
Soprattutto nell'avvicinamento dove si sfonda parecchio!
T emperatura rigida con -10°C al parcheggio al ritorno.
Salita col mitico Max... sempre un trattore!
Accesso
stradale: con catene e fuoristrada si arriva senza problemi
all'ultimo parcheggio.
ATTENZIONE: le cascate della zona sono tutte allo sbocco
di canali e colatoi... dopo la ultima nevicata sono pericolose!
Quella fatta da noi sembrava essere la meno pericolosa
perché protetta dal contrafforte roccioso.
Ma lasciatemi il beneficio del dubbio.
Comunque lo spessore complessivo della neve non è
ancora così importante da provocare valanghe di
grosse dimensioni.
Con ulteriori nevicate prestare molta attenzione.
Condizioni
generali: nel vallone le uniche cascate fattibili sono
sul versante N e comunque con volumi di ghiaccio ridotti.
Colonne, stalattiti e candele non sono ancora formate.
In condizioni le cascate che non vanno oltre il 5!
Le
nostre foto su Nains de Ravines >>>
Monte
Enchastraye, 2955 m



Domenica
21 sfidiamo le condizioni di questo strano inverno e ci
dirigiamo verso il Monte Enchastraye, 2955 m. La gita
è, almeno nella parte bassa, al limite della fattibilità,
ma permette comunque di "ricordarsi" cos'è
lo scialpinismo... speriamo nelle tanto attese nevicate!!
Le
nostre foto della scialpinistica al M. Enchastraye >>>
Vedi
le uscite del CORSO GHIACCIO >>>
Goulotte
Grassi-Tessera al Monte Ferra (3094m)



Difficoltà:
III/4
Sviluppo: 200m
Dislivello complessivo: 1500m circa
Meteo: velato ma non freddo
15 gennaio 2007
Partiti da Celle di Bellino (1700m) alle 6.20 (addirittura
ci sono le frecce di legno sulla statale che indicano
il luogo della partenza!) arriviamo al colle del Bondormir(2651m)
alle 8. DA qui dopo breve sosta si scende nel versante
N del Ferra e si traversa a mezza costa per raggiungere
il conoide; lo si risale fino alla base del primo tiro.
Fino al Bondormir nemmeno un passo sulla neve...!
Sul versante N si cammina su neve ormai cementata.
Primo tiro con due risalti intervallati da pochi metri
su neve con pendenze di ghiaccio fino a 90° per pochi
metri.
in prevalenza sugli 80/85°.Circa 55m.
Ghiaccio duro e spaccoso ma con una miriade di buchi per
i molti passaggi.
Questo lo rende ben più facile del solito, credo.
Sosta alla base del gran diedro roccioso su viti da ghiaccio.
Secondo tiro facile fino a 70° poi neve fino alla
base del terzo tiro. Circa 50m.
Terzo tiro: una serie di risaltini molto lavorati dai
passaggi intervallati da neve dura... molto veloce. Circa
65m.
Ultimo tiro breve (35m circa) supera un breve risalto
ripido (80°) poi neve.
Dall'uscita si taglia a dx (faccia a monte) traversando
su cengie comode e superando un paio di dorsali prima
di immettersi nel primo canale utile per raggiungere la
cresta.
Lo si risale uscendo a sx della cima circa 100m sotto.
Saliamo fino in cima dove giungiamo alle 12.15.
Discesa di nuovo fino al colletto poi si possono seguire
vari itinerari.
Noi siamo scesi fino a una vasta conca sotto il Ferra(versante
S) e da qui abbiamo tagliato a sx (orografica) su tracce,
rientrando verso il sentiero di salita senza però
raggiungerlo.
poi per ripidi prati e canali da attraversare ci si riporta
sopra Celle.
Discesa circa 2 ore...
Giornata molto piacevole e nel comlesso un bel giro con
tanto cammino...!
Alla macchina alle 15.
Condizioni super e tutto estremamente tracciato.
Soste tutte su chiodi da ghiaccio... ogni tanto qualche
chiodo un po' marcio sulla via ma conviene non usarli
per rimanere in linea con l'itinerario.
Squadra x3m al completo più il grande Roby!
Panorama quasi estivo in giro...
Parete Ovest del Viso spoglia di neve.
Consigli per la goulotte:
partire non tardi da Celle...
avvicinamento comodo ma lungo su sentiero ripido.
Portare circa 10 viti e qualche fettuccia da sosta.
Fino al mutare delle condizioni itinerario sicuro e facilitato
dai passaggi.
Discesa a interpretazione ma... occhio ai canali da attraversare.
Le
nostre foto della Grassi-Tessera >>>
Rocca
Bianca, canale NE



11
gennaio 2007
Oggi
abbiamo sceso il canale NE di Rocca Bianca in Alta Val
Varaita.
Sviluppo:650m
Difficoltà:4.3 E2
Esposizione:NE
Dislivello complessivo della gita: 1200m
Partenza
dalla ex dogana di Chianale in prossimità della
sbarra a quota 1750m circa.
Si segue dapprima la strada che porta alle cascate Valeria
e salto dei Pachidermi quindi,dopo 10min in prossimità
di un ponticello attraversare il torrente e prendere un'evidente
mulattiera al sole...
Ci si inoltra nel vallone di Saint Veran passando per
alcune baite in località Pian Vasserot e,costeggiando
il torrente e ci si dirige verso l'evidente ingresso del
canale che divide la Rocca Bianca appunto dalla Rocca
del Nigro.
Si imbocca il canale che sale con pendenze fino a 45°
circa fino al colle che divide le due punte a quota 2950m
circa.
L'ambiente è fantastico e si gode di una splendida
visuale sulla Ovest del Monviso.
oggi il canale era in neve compressa dal vento e con qualche
placca ma la scarsa quantità di neve complessiva
lo rende abbastanza sicuro.
In cima molto vento e la discesa, bellissima, si svolge
su pendenze che a tratti sono sui 45° e soprattutto
nelle strettoie li si sente tutti.
Neve variabile dalla crosta morbida alla farina ventata
alla crosta da rigelo sottile...
Nel complesso ben sciabile e con ottimo grip.
Partiti dall'auto alle 9.30 siamo arrivati in cima alle
12.15 e quindi rientrati all'auto alle 13.20.
Meteo eccellente e gran caldo fuori stagione.
Il canale però resta in ombra.
Le
nostre foto della Rocca Bianca >>>
Pian
della Mussa



Domenica
7 gennaio 2007
Continuiamo la ricerca del ghiaccio, e con il super socio
di sempre ci dirigiamo verso un'altra zona che solitamente
offre buone condizioni: il Pian della Mussa. Purtroppo
l'inverno anomalo fa sentire i suoi frutti. E' tutto al
limite del salibile. Fortunatamente le due cascate Sinuosa
ed Elementi Contrastanti ci salvano la giornata.
Le
nostre foto del Pian della Mussa >>>
Castello



Venerdì
5 gennaio 2007
Con gli amici Giancarlo, Gilles e Paolo andiamo a cercare
un po' di ghiaccio..
Nonostante le temperature decisamente miti le cascate
ci sono, e riusciamo a passare una bella giornata, tra
didattica e divertimento. Complimenti ai tre: a fine giornata
non avevano problemi con le progressioni più evolute!!!
Le
nostre foto del Castello >>>
Monte
Pebrun (2780m) canale NE



Difficoltà: 4.2 E2
Dislivello: 1300m circa
Esposizione:in salita tutte e discesa a NE
Oggi
insieme a Giacomo e Paolo abbiamo salito il Monte Pebrun
(Valle Stura) e sceso il canale NE.
Partiti da Villaggio Primavera (1500m) in alta Valle Stura
ci inoltriamo nel vallone dapprima su comoda strada quindi,
dove questo si stringe, saliamo decisamente verso dx e,
dopo un pò di bosco, raggiungiamo la piccola borgata
di ferriere a quota 1900m circa.
Da qui si scorge il Pebrun e le sue evidenti linee di
discesa.
la neve scesa nella notte (pochissima!) ha reso il tutto
di nuovo bianco e senza tracce il che giova al paesaggio
ma un pò meno alle gambe.
Si gira tutt'attorno alla montagna passando sotto i canali
di discesa e ci si inerpica prima sul fondo del vallone
poi su ripidi pendii verso il colle Puriac.
Poco prima di raggiungerlo si intuisce una linea di salita
che conduce direttamente in cresta senza passare per il
colle!
Una volta in cresta a quota 2650m circa si fa un pò
di saliscendi prima di giungere sulla vetta vera e propria.
(2780m).
Dalla vetta si scorge evidente l'ingresso del canale NE
proseguendo oltre la cima rispetto alla direzione di arrivo.
Panorama eccezionale oggi dalla cima senza nuvole ma un
gran caldo!
Il canale presenta un ingresso sui 40/45° con una
neve dal buon grip quindi ci si addentra nel canale che
oggi era completamente da tracciare e con una ventina
di cm di farina ventata davvero spettacolare!
Canale mai ripido (40° poi 35°) e ben sciabile
che ripaga di tutto il lungo giro compiuto in salita.
Sviluppo circa 450m e poi,una volta sull'ampio conoide,
giù verso dx (orografica) a riprendere la strada
che riconduce prima a Ferriere e quindi al punto di partenza.
Condizioni eccezionali per un itinerario lungo ma appagante...
in un'annata come questa un po' di fortuna fa sempre bene....
Parte bassa della gita in neve marcia e a slalom tra le
pietre purtroppo!
Le
nostre foto del Monte Pebrun >>>
Capodanno
2007
Capodanno
2006 al rifugio
Selleries



Il
primo capodanno al
rifugio Selleries si è svolto nel migliore
dei modi.
Grazie all’organizzazione e alla creatività
dello staff del rifugio e alla simpatia dei suoi ospiti
il risultato non poteva essere diverso.
Nonostante la carenza di neve e le alte temperature abbiano
fatto di tutto per abbassare lo spirito del capodanno
nessuno si è fatto intimorire e, seppure con qualche
piccola variazione, il programma si è svolto ugualmente.
Ecco che allora la mattina del 31 Dicembre dell’ormai
trascorso 2006 ben 38 persone si preparano all’esterno
del rifugio.
Dopo qualche minuto di preparativi, in cui spuntano dagli
zaini corde, ramponi, piccozze e quant’altro ecco
che si parte in direzione del Lago Chardonnet;
sono le 9.45 del mattino.
Lungo la strada ad attirare l’attenzione è
il grande numero di camosci che,approfittando del “caldo
sole di fine anno” pascolano tranquillamente fino
a 2500m!
In poco più di un’ora e mezza arriviamo al
lago, completamente ghiacciato (almeno quello!) a quota
2515m.
Da qui in poi il gruppo si scinde e in 18 “caldi”
ci avviamo verso la cima dell’Orsiera.
Gli altri,accompagnati da Davide faranno con calma rientro
al rifugio.
Il primo pezzo lungo il conoide del canale non è
dei più confortevoli per la poca neve che ricopre
rocce e buchi … oltre al caldo incredibile che costringe
qualcuno addirittura alle maniche corte!
Nonostante tutto comunque entriamo nel canale che si presenta
ricoperto di un esiguo manto di neve sul terreno ghiacciato
sottostante.
Ormai certi dell’assoluta impossibilità di
provocare fratture del manto nevoso cominciamo a salire
nel canale che solo nell’ultimo pezzo presenta pendenze
intorno ai 35/40°.
Alle 13.30 tutti e 18 siamo sul colletto tra le due cime
dell’Orsiera a 2800m circa e, dopo mezz’ora,
eccoci tutti in cima dopo aver affrontato la breve cresta
rocciosa attrezzata con una corda fissa.
Il panorama è davvero incredibile e vedere 18 persona
in cima all’Orsiera il 31 Dicembre penso sia davvero
più unico che raro.
La discesa si svolge senza intoppi dapprima lungo la corda
fissa della cresta e quindi lungo quella allestita nel
canale di rientro.
Una volta sul conoide non resta che ricomporsi e cercare
di rientrare il più in fretta possibile per la
merenda e l’aperitivo in rifugio che, forse a causa
della stanchezza, si è poi rivelato più
lungo del normale fin quasi a confondersi con il cenone.
La serata che segue è chiaramente all’altezza
del gruppo, ma questa è un’altra storia,
così il 2006 termina con un grande augurio all’esterno
del rifugio dove circa 80 persone salutano l’anno
nuovo tra fuochi e bottiglie di spumante.
Un grazie da parte mia a tutti quelli che hanno partecipato
a questa splendida tre giorni e a Massimo e Sylvie che
hanno reso possibile tutto questo proponendo qualcosa
che in pochi avrebbero potuto sostenere!
Marco Capone
Le
nostre foto del Capodanno 2007 >>>
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alla galleria...
marco.capone@libero.it